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La Russia minaccia “conseguenze irreversibili” per l’Italia in caso di sanzioni: l’avvertimento del Cremlino

Pubblicato: 19/03/2022 12:37

Lo scontro diplomatico tra Italia e Russia per la situazione in Ucraina potrebbe costare caro al nostro Paese: è il senso delle parole che arrivano da Mosca, un avvertimento che punta a scoraggiare il Governo dall’intraprendere nuove sanzioni.

L’Italia contro Vladimir Putin per la guerra in Ucraina: minacce da Mosca

Il nostro Paese è stato tra i primi a schierarsi apertamente contro la cosiddetta “operazione militare speciale” avviata da Vladimir Putin in Ucraina: una guerra che sta costando morti civili, donne e bambine, e contro la quale Mario Draghi non ha esitato a intervenire. Sanzioni, blocco dello Swift, sequestro dei beni degli oligarchi russi: l’Italia si è mossa e continua a muoversi, da un lato per cercare di forzare la mano al Cremlino e dall’altro per arginare sul fronte interno i problemi che le stesse sanzioni stanno causando in Italia.

In Europa c’è chi vorrebbe di più: il ministro dell’Economia francese Bruno Le Maire ha richiesto una “guerra economica e finanziaria totale” e proprio queste parole hanno suscitato la reazione del direttore del dipartimento europeo del ministero degli Esteri russo, Alexei Paramonov. Secondo quanto riporta Adnkronos, Paramonov ha dichiarato all’agenzia Ria Novosti che “Non vorremmo che la logica delle dichiarazioni del ministro trovasse seguaci in Italia e provocasse una serie di corrispondenti conseguenze irreversibili“.

Il Cremlino accusa l’Italia di isteria anti-russa: “Hanno dimenticato tutto”

Dalle dichiarazioni di Paramonov riportate da Agi, emerge una diretta accusa all’Italia: “Sullo sfondo dell’isteria anti-russa – si legge – ha improvvisamente dimenticato tutto: i trattati e gli accordi bilaterali esistenti, la natura speciale dei nostri legami, la ricca storia secolare di relazioni e tradizioni forti, l’esperienza di successo della cooperazione, il significativo capitale accumulato di fiducia reciproca“. Paramonov si augura che “la campagna russofobica in Europa lasci il posto a un lavoro equilibrato per garantire la sicurezza comune nel continente” e che “Roma, come altre capitali europee tornino in sé, ricordino gli interessi profondi dei loro popoli, le costanti pacifiche e rispettose delle loro aspirazioni di politica estera“. Lo stesso ha inoltre negato il fatto che Mosca abbia mai utilizzato l’export energetico come misura di pressione politica, il grande spauracchio che sta costando l’aumento vertiginoso dei prezzi di benzina, diesel ed energia elettrica: “Le compagnie energetiche russe hanno sempre adempiuto pienamente ai loro obblighi – ha dichiarato – Continuano a farlo anche adesso“.