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Negoziati tra Ucraina e Russia fermi al palo, Zelensky a Putin: “È tempo di pace”. Mosca vuole un testo scritto

Pubblicato: 19/03/2022 09:43

La guerra in Ucraina sta per tagliare il poco invidiabile traguardo dei 30 giorni di bombardamenti, morti e distruzione: nonostante i negoziati con la Russia siano iniziati già nei giorni precedenti, non è stato fatto nessun concreto passo avanti per far fermare le armi. Mosca si rifiuta di arretrare di un passo e chiede un testo su cui lavorare, mentre Zelensky prova ad appellarsi a Vladimir Putin.

Zelensky si appella a Vladimir Putin: “È tempo di incontrarsi”

Il presidente ucraino Zelensky è tornato a parlare: lo ha fatto con un video diffuso nella notte tramite il profilo Facebook e arrivato poche ore dopo l’intervento di Vladimir Putin ad uno stadio gremito di gente in festa. Due immagini antitetiche, proprio come il contenuto dei rispettivi discorsi: Putin ha annunciato la Russia non si fermerà fin quando non verranno attuati tutti gli obiettivi, Zelensky si appella invece al bisogno di pace. “È tempo di colloqui di pace, senza indugio. Questa è l’unica possibilità per la Russia di ridurre i danni causati dai propri errori” ha detto.

Per il leader ucraino “È tempo di incontrarsi, è tempo di parlare, è tempo di ripristinare l’integrità territoriale e la giustizia per l’Ucraina. Altrimenti, le perdite della Russia saranno tali che il Paese impiegherà diverse generazioni per riprendersi“. Ha poi parlato delle immagini viste allo stadio di Mosca, con circa 90-200.000 persone (non c’è concordanza sulle cifre ufficiali) in festa per l’anniversario dell’annessione della Crimea: “Immaginatevi che in quello stadio ci sono 14 mila cadaveri e decine di migliaia di feriti. Questo è il numero delle perdite russe a causa dell’invasione […] Bisogna mettere fine a tutto questo“.

I negoziati con la Russia non vanno avanti: chiesto un trattato su cui lavorare

Negoziati torna ad essere quindi una parola detta a bassa voce, con poca convinzione: è così dal post incontro tra i ministri degli esteri in Turchia, conclusosi con un nulla di fatto. A fasi alterne, le parti annunciano avvicinamenti ed allontanamenti repentini: solo ieri, secondo quanto riporta l’agenza russa Tass, il capo negoziatore di Mosca Vladimir Medinsky aveva annunciato che su alcuni punti i negoziati sono “da qualche parte a metà strada“. Nello specifico, le parti si sarebbero avvicinate sul tema dello status neutrale, della non adesione dell’Ucraina alla Nato e sulla smilitarizzazione dell’Ucraina.

Un avvicinamento che, tuttavia, non sta portando a quella chance di colloqui chiesta da Zelensky a Putin: “Si potrà parlare di un incontro tra il presidente Putin e il presidente ucraino – ha detto Medinsky, secondo quanto riporta Ria NovostiSolo quando Russia e Ucraina prepareranno e approveranno il testo di un trattato“.

Esercito russo in centro a Mariupol: Mosca annuncia l’uso di missili ipersonici

Nel frattempo, si continua a combattere strada per strada: se a Kiev la notte è passata in maniera tutto sommato tranquilla, è Mariupol il vero centro dello scontro in questo momento. Secondo quanto riferito da Ansa, l’esercito russo ha annunciato di essere entrato nel centro della città, punto nevralgico per l’accesso al Mar d’Azov. La sua caduta, rappresenterebbe uno snodo cruciale per la guerra. L’Ucraina prova a resistere: l’esercito ha annunciato di aver ucciso un altro generale russo, si tratterebbe di Andrei Mordvichev e sarebbe morto nella città di Chernobayevka sotto i colpi di artiglieria. Infine, Mosca ha reso noto di aver usato dei missili ipersonici: i Tsirkon (o Zircon) sono in grado di viaggiare a Mach 9 e colpire bersagli ad una distanza di 1.000 km.