Vai al contenuto

Liliana Resinovich, prende piede la tesi suicidaria ma le ultime analisi potrebbero portare a una svolta

Pubblicato: 20/03/2022 20:39

Sembra prendere corpo la tesi suicidaria nel caso della morte di Liliana Resinovich, trovata morta dopo essere scomparsa da casa sua lo scorso 5 gennaio.

Siamo ad un punto di svolta nelle indagini: gli ultimi elementi che emergeranno potranno portare alla certa conferma, o alla smentita, della tesi suiciderai che, per ora, sembra quella più probabile. 

Liliana Resinovich, il dna sui sacchi e sul cordino sarebbe suo

Se da una parte il Dna ritrovato sui sacchi neri, sul corpo e sul cordino usati sulla donna sembra corrispondere proprio a quello di Liliana Resinovich, dall’altra è motivo di discussione il materiale trovato sotto le scuole delle scarpe della donna, che potrebbe corrispondere o meno a quello del boschetto in cui è stata ritrovata la donna. Se infatti i frammenti fossero non compatibili con il luogo del ritrovamento del corpo, vorrebbe dire che la donna è stata trasportata dopo la morte.

Liliana Resinovich, 63 anni, è scomparsa lo scorso 14 dicembre da casa sua ed è stata trovata il 5 gennaio 2022: il suo corpo è stato ritrovato dentro due sacchi neri, mentre la testa era avvolta in due sacchetti di nylon trasparenti. La morte è sopravvenuta per soffocamento.

Sebastiano Visentin, le parole del marito della donna

A denunciare la scomparsa è stato il marito della donna, Sebastiano Visentin (72 anni): a quanto è stato dichiarato da un amico della donna, Claudio Sterpin, la donna aveva intenzione di lasciare il marito nei giorni precedenti la scomparsa. L’uomo, per scrupolo indagatori, sarà sottoposto ad esame del Dna. L’uomo, tempo fa -riporta Fanpage- aveva spiegato di essersi sentito trattato in modo prevenuto dalle persone vicine a lui e alla moglie, dopo la scomparsa: “Ho visto la gente dentro, al funerale, e non ti danno neanche la mano. Tante persone si sono rivolte contro di me, mi sono sentito infangato”.