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Liliana Resinovich: prelevato campione Dna al marito, i dubbi di Sebastiano Visintin sulla morte della donna

Pubblicato: 16/03/2022 09:58

Il caso di Liliana Resinovich è ancora senza soluzione e l’attività investigativa punta a sciogliere l’interrogativo numero uno: omicidio o suicidio? Una prima risposta potrebbe arrivare dalle analisi condotte sul materiale genetico isolato sulla scena, come le tracce evidenziate sul cordino che stringeva i sacchetti di plastica in cui era infilata la testa della donna. Per effettuare ulteriori accertamenti, sarebbe stato prelevato un campione di Dna al marito, Sebastiano Visintin, mai indagato nell’inchiesta sulla morte della 63enne. La scomparsa dalla sua casa di Trieste risale al 14 dicembre 2021, il ritrovamento del corpo quasi un mese più tardi, il 5 gennaio scorso, all’interno di alcuni sacchi nel parco dell’ex ospedale psichiatrico di San Giovanni. Ora l’uomo torna a parlare e racconta cosa pensa delle indagini e dell’ipotesi che la moglie si sia tolta la vita.

Liliana Resinovich: prelevato campione Dna al marito, i dubbi di Sebastiano Visintin sulla morte

Le ultime novità emerse sulle indagini in corso nel caso Resinovich – sarebbe della donna la traccia di Dna isolata sul cordino che stringeva le buste intorno al suo collo – avrebbero rafforzato l’ipotesi del suicidio. Uno scenario che non ha mai abbandonato il tavolo degli inquirenti e che, secondo il marito Sebastiano Visintin, presenterebbe comunque degli aloni di dubbio.

Nei giorni scorsi sarebbe stato effettuato un prelievo di Dna anche all’uomo, mai indagato nell’ambito dell’inchiesta che sarebbe stata aperta per sequestro di persona a Trieste. Ai microfoni del Corriere della Sera, Visintin ha esposto il suo punto di vista sull’evoluzione dell’attività investigativa e sul decesso della 63enne.

Sebastiano Visintin sulla moglie Liliana Resinovich: “Mai avuto niente da nascondere

Al quotidiano di via Solferino, Sebastiano Visintin si è detto sereno rispetto alle dovute indagini sul Dna che sarebbero ancora in corso: “Non ho mai avuto niente da nascondere, l’avrei dato (il campione di Dna, ndr) anche all’inizio visto che sono quello che più di tutti vuole sapere la verità“.

Liliana Resinovich si è tolta la vita o è stata uccisa? È la domanda numero uno intorno a cui si articola la complessa attività degli inquirenti, dopo il ritrovamento del corpo – rinvenutp in posizione fetale all’interno di alcuni sacchi, la testa infilata in buste di nylon chiuse intorno al collo – nel parco dell’ex ospedale psichiatrico di Trieste. Dal materiale genetico isolato sui reperti potrebbe arrivare la svolta, e al momento tutti gli elementi raccolti deporrebbero a favore dell’ipotesi suicidaria.

Sebatiano Visintin ha sempre mostrato perplessità davanti a un simile quadro: “A me i dubbi che non sia stato un gesto volontario rimarranno sempre”, ha sottolineato al Corriere, ribadendo, a suo dire, l’attuale assenza di certezze che sconfessino l’una o l’altra pista (suicidio o omicidio, appunto).

“Ci sono troppe domande che non tornano. Non ritengo possibile che Lilly da un momento all’altro abbia deciso di farla finita in quel modo. Ma non penso neanche che qualcuno le abbia fatto del male”.

A detta del marito di Liliana Resinovich, la 63enne non sarebbe stata capace di mettere in piedi “un piano così dettagliato” e le condizioni in cui è stato trovato il cadavere non farebbero che aumentare i suoi dubbi: “Se una persona vuole togliersi la vita a Trieste può farlo in altri mille modi, ci sono decine di ponti da cui buttarsi“. Secondo la lettura dell’uomo, però, d’altra parte nessuno avrebbe avuto interesse ad ucciderla.

Morte di Liliana Resinovich: le parole di Sebastiano Visintin sull’amico della donna, Claudio Sterpin

Poco prima che la sua storia diventasse un giallo dal sapore enigmatico e ancora oggi in gran parte indecifrabile, Liliana Resinovich avrebbe avuto un contatto telefonico con l’amico Claudio Sterpin, l’uomo che per primo si sarebbe allarmato per la sua sparizione e che, in alcune interviste, ha sostenuto che la 63enne fosse in procinto di cambiare vita e di portare avanti il proposito di separarsi dal marito.

In merito alla telefonata del 14 dicembre 2021 tra i due, Sebastiano Visintin ha avanzato alcuni dubbi ai microfoni del Corriere della Sera: “Non vorrei che quella chiamata abbia avuto qualche effetto nella testa di Lilly. Non essendo indagato, non sono riuscito neanche ad accedere agli atti giudiziari, ma mi piacerebbe sapere cosa si sono detti“.

Visintin ha sempre respinto l’ipotesi secondo cui la moglie meditasse di porre fine al loro matrimonio, come sottolineato a Quarto Grado: “A un certo punto si è resa conto che questa persona qua voleva forse troppo. Voleva che lei facesse dei passi che non facevano parte della sua volontà. Non ho mai avuto un sospetto, il nostro rapporto stava crescendo. Io dico solo una cosa al signor Claudio: ‘Cosa è venuto a fare nella nostra casa, nella nostra famiglia? Cosa sei venuto a fare? Cosa hai dentro di te? Come hai potuto fare queste cose con Lilly? Tormentarla, dirle delle cose forse inventate dalla tua mente. Ascolta, Claudio, non avrò pietà verso di te. Perciò devi guardare dentro la tua coscienza, dentro la tua anima, se ce l’hai (…). Sono solo tue fantasie“.