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Quinta ondata di Covid in Italia: il parere del Gimbe dopo l’aumento dei contagi. L’incidenza cresce al Centro-Sud

Pubblicato: 20/03/2022 14:49

L’Italia si prepara ad uscire dallo stato di emergenza ma la pandemia potrebbe non essere ancora alle spalle: preoccupa da un lato la risalita dei contagi degli ultimi giorni, che interessa non solo l’Italia ma anche altri Paesi in Europa. Per il Gimbe, però, sarebbe ancora presto per parlare di quinta ondata.

Risalgono i casi da Covid-19: per il Gimbe però non è una quinta ondata

Il peggio sembra ormai davvero alle spalle, tanto che la road map del Governo prosegue spedita verso la rimozione dell’obbligo di mascherina e soprattutto del Green Pass. Tuttavia, ieri i nuovi casi hanno toccato quota 74.024 contagi e 85 morti: numeri in risalita rispetto alle scorse settimane, che avevano fatto ben sperare dopo la fine della quarta ondata coincisa con il periodo delle feste di dicembre e gennaio. Per la fondazione Gimbe, però, “L’aumento dei casi Covid in Italia non è un semplice rimbalzo” ma non si può neppure “etichettare la risalita come avvio della quinta ondata“.

Lo ha dichiarato all’Ansa il presidente Nino Cartabellotta, aggiungendo che ci sono troppe differenze regionali per affermare che sia in corso una quinta ondata: in particolare, è il Centro-Sud a risultare particolarmente colpito dal rialzo dell’incidenza dei casi. Dal 13 al 19 marzo, è stato registrato un +30,2% dei contagi e si iniziano a sentirne gli effetti sui ricoveri in ospedale.

I motivi della risalita dei contagi da Covid-19 in Italia secondo il Gimbe

Il tasso di positività in Italia è tornato al 15% e l’incremento, evidenzia il Gimbe, riguarda soprattutto le fasce più giovane come 10-19 e 0-9 anni. Come detto, l’incidenza è maggiore in regioni come Umbria, Puglia, Calabria, Marche, Basilicata, Lazio, Abruzzo e Toscana, mentre il virus circola meno nelle regioni del Nord. Cartabellotta, riferisce Ansa, ha parlato anche delle cause dietro a questa risalita dei contagi: al primo posto inserisce un generale rilassamento della popolazione – probabilmente dovuto anche allo scoppio della guerra in Ucraina che ha catalizzato l’attenzione mediatica. Quindi, l’allentamento delle misure in vista della fine dello Stato di emergenza, il calo della protezione vaccinale, la persistenza di temperature più fredde e infine la diffusione della variante più contagiosa Omicron BA.2. Al momento la sua diffusione in Italia è al 44%.