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Carolina Marconi non può adottare. Lo sfogo su Instagram dell’ex gieffina sul sogno di maternità infranto

Pubblicato: 30/03/2022 15:25

Carolina Marconi non ha mai nascosto il proprio desiderio di diventare mamma e costruire una famiglia insieme al suo compagno Alessandro Tulli. Dal momento però che le cure a cui si è sottoposta per combattere il tumore al seno non le permettono di poter iniziare una gravidanza, la coppia ha pensato di adottare un bambino.

Purtroppo però le attuali leggi italiane oggi rischiano di mettere in pericolo questo sogno. L’ex gieffina è dunque tornata sui social per concedersi uno sfogo e appellarsi ai propri fan aderire ad una raccolta firme affinché le cose cambino.

Carolina Marconi non può adottare a causa del tumore

Lo scorso anno Carolina Marconi è tornata a far parlare di sé dopo aver rivelato di aver subito un’operazione per asportare un tumore al seno. Dopo un lungo percorso medico, in cui ha dovuto affrontare anche la chemioterapia, ma oggi sta bene e vorrebbe andare avanti con la propria vita.

Le cure a cui si è sottoposta durante il percorso di guarigione però non le permettono di poter diventare mamma – dal momento che segue anche una terapia ormonale. Dopo la triste scoperta, che ha raccontato in queste ore sui social, lei e il compagno Alessandro Tulli hanno pensato all’adozione, ma anche in questo caso sono molti gli ostacoli che si sono presentati. L’ex gieffina ha infatti raccontato che le attuali leggi italiane rendono piuttosto difficile alcuni passaggi burocratici e, per questo, potrebbe dover rinunciare all’idea di adottare un bambino.

Ciao ragazzi come state? Io un po’ giù il motivo? Ve lo spiego.. io e Ale avevamo pensato di adottare un bimbo visto le tante difficoltà…ci stiamo facendo seguire da un avvocato purtroppo non sono idonea ad intraprendere un ‘adozione perché ho avuto un tumore anche se sono guarita...” racconta la ragazza, spiegando anche che aver avuto una neoplasia in Italia può essere un ostacolo in diverse occasioni.

Più di 900 mila persone in Italia guarite di tumore non possono essere libere di guardare il futuro senza convivere con l’ombra della malattia e per questo è molto difficile adottare un bambino, ottenere un mutuo, farsi assumere…una vera e propria discriminazione…” spiega successivamente, aggiungendo anche che altri paesi d’Europa si sono mossi per tutelare le persone che hanno avuto una neoplasia.

Carolina Marconi, la raccolta firme per cambiare le attuali leggi in Italia

L’ex gieffina nel suo post ha poi scritto che al momento l’associazione AIOM– Associazione Italiana Oncologia Medica ha lanciato una campagna per chiedere al nostro paese di rivedere la legge vigente e far sì che chi ha avuto un tumore non sia più discriminato.

L’associazione Aiom ha lanciato una campagna per richiedere all’Italia di adeguarsi garantendo i diritti degli ex pazienti. Abbiamo raccolto fino ad oggi 24 mila firme… Lo scopo è il raggiungimento di più di 100.000 firme che verranno poi portate al Presidente del Consiglio per chiedere l’approvazione della legge“.

La raccolta a cui l’ex gieffina fa riferimento è disponibile sul sito Diritto all’oblio tumori e si può compilare il form per lasciare la propria firma. In ultima battuta la Marconi ha concluso il suo appello ricordando che “Noi non siamo il nostro tumore“, lo slogan utilizzato anche dalla sopracitata associazione per ribadire l’importanza di non essere discriminati a causa della patologia avuta.

Le attuali leggi in vigore e la richiesta di diritto all’oblio

Come anticipato, la campagna promossa dall’associazione AIOM si chiama  “Io non sono il mio tumore” e chiede il riconoscimento del diritto all’oblio oncologico. Ad oggi infatti, come ha spiegato Carolina Marconi, gli ex pazienti oncologici sono costretti a comunicare se si è stati in cura per un tumore e questo comporta alcune discriminazioni a livello sociale.

Può essere infatti un problema al momento della stipula di un contratto di lavoro, la richiesta di un mutuo e – come ha spiegato l’ex gieffina – anche nel caso si voglia adottare un bambino. Negli altri paesi d’Europa oggi il diritto all’oblio oncologico è stato garantito e oggi l’associazione su citata lotta per veder riconosciuto questo diritto anche nel nostro paese.