Approvato oggi, giovedì 31 marzo, un nuovo decreto che cambia le regole sui congedi di maternità, paternità, parentali e quelle per i datori di lavoro che stringono accordi per lo smart working. L’obiettivo è portare maggiore equilibrio tra vita lavorativa e familiare per i genitori e i prestatori di assistenza. Tutte le novità previste.
Cambia il congedo di paternità in Italia: è obbligatorio, ma sempre di 10 giorni
Come si apprende dal sito ufficiale del Ministero del Lavoro, il Consiglio dei Ministri si è adeguato alla direttiva europea 2019/1158 e, su proposta del ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Andrea Orlando, è intervenuta per modificare le regole sui congedi parentali per i genitori che lavorano. Per conciliare i tempi del lavoro e quelli della famiglia, viene specificato, oltre che per “conseguire una più equa condivisione delle responsabilità tra uomini e donne e di promuovere un’effettiva parità di genere“. Parità di genere che, però, non trova riscontro nelle blande modifiche al congedo paternità.
La novità per i padri lavoratori è che entra pienamente a regime l’obbligo di congedo di 10 giorni. Può essere fruibile dai 2 mesi precedenti alla nascita ai 5 successivi al parto e, si legge, è distinto dal cosiddetto congedo di paternità alternativo, che spetta soltanto nei casi di morte, grave infermità o abbandono del bambino da parte della madre. Un micro-passo avanti, considerando che l’Italia è ancora anni luce indietro ad altri Paesi europei: i 10 giorni dei papà in Italia sono nulla, in confronto all’equiparazione dei congedi in Paesi come Spagna (16 settimane pagate al 100%) e Finlandia (7 mesi per entrambi i genitori).
Congedo di maternità e per i genitori soli: le novità del Decreto
Novità anche per quanto riguarda madri e genitori soli. Il decreto estendo il diritto all’indennità di maternità “in favore delle lavoratrici autonome e delle libere professioniste, anche per gli eventuali periodi di astensione anticipati per gravidanza a rischio“. Cambiano le regole anche per il congedo spettante al genitore solo “nell’ottica di un’azione positiva che venga incontro ai nuclei familiari monoparentali“. Lo stop dal lavoro concesso passa da 10 a 11 mesi: il livello della relativa indennità è del 30% della retribuzione, “nella misura di 3 mesi intrasferibili per ciascun genitore, per un periodo totale complessivo pari a 6 mesi“. Inoltre, vengono aggiunti altri 3 mesi trasferibili tra i genitori con altrettanta indennità al 30%: i mesi di congedo coperti da indennità, quindi, passano da 6 a 9. Infine, si legge, “L’indennità spettante ai genitori, in alternativa tra loro, per il periodo di prolungamento fino a 3 anni del congedo parentale usufruito per il figlio in condizioni di disabilità grave è del 30%“.
Datori di lavoro pubblici e privati: le regole sugli accordi per il lavoro agile
Ultima novità riguarda quella per i datori di lavoro sia pubblici che privati: chi stipulerà accordi per l’esecuzione del lavoro agile (o smart working), sarà tenuto a dare priorità alle richieste di lavoratori e lavoratrici con figli fino a 12 anni. Il limite dell’età decade in presenza di figli con condizioni di disabilità: a questi genitori verrà data preferenza per lavorare da casa e potersi così prendere più facilmente cura dei figli. Stesso discorso per i lavoratori prestatori di assistenza, i cosiddetti caregivers.