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Dove finisce la libertà? Libertà di parola, libertà di satira, libertà di ledere la dignità degli altri

Pubblicato: 31/03/2022 08:51

In questo Paese, e non solo, non si può più dir nulla senza che qualcuno si offenda o senza che nasca un’accusa. E, ovviamente, senza che il giorno dopo la rete, le tv e i mezzi di comunicazione si riempiano di parole scandalizzanti e moraliste sull’accaduto. Anche da parte di chi fino a quel momento non si era mai interessato al tema.

In questo Paese, e non solo, si può dire tanto, e molto spesso troppo. Senza ritegno. Senza pensare che quelle parole cadono su altre persone. Perché al di là del ruolo che riveste ognuno di noi, siamo prima di tutto persone. E nella maggior parte dei casi proprio quelle parole ledono un diritto, sancito per Costituzione.

Alessandro Orsini, colui che aveva studiato tutto, ma non il mainstream

Alessandro Orsini, ormai i più lo conosco per essere stato invitato in tv, poi contrattualizzato in tv, poi cacciato, accusato, ricoperto di miseria, poi rivoluto, ma gratis. Come se la differenza la facesse il denaro e non il contenuto.

Questa è una mia opinione: se una persona lavora deve essere pagata, a maggior ragione se lavora per lo Stato. A quanto pare questo vale per gli operai e ci sono grandi scandali (giusti) quando non è così, ma non vale per un massimo esperto di sicurezza, di terrorismo e di equilibri internazionali, riconosciuto in tutto il mondo, per andare a parlare nelle reti della tv di Stato. Il web insorge perché paga il canone e quei soldi è meglio devolverli ai frequentatori di reality per parlare di vaccini che a esperti che, anche se non hanno la nostra opinione, possono comunque insegnarci qualcosa o dare sfoggio di quell’amato art. 21 che troppo spesso viene bistrattato e manipolato. Perché un pensiero si forma sulla conoscenza e non per illuminazione divina.

Morfologia di una guerra raccontata male

Analizziamo un po’: Orsini è stato invitato e voluto da diversi giornali e televisioni per la sua indiscussa preparazione e per i suoi ruoli a livello internazionale. Uno dei massimi esperti che se fosse un giocatore di calcio saremo tutti con la mano sul cuore al suono delle sue parole. Ma invece è stato accusato di essere filo-Putin (strano che questo genere di accuse non siano state mosse nello stesso modo a Salvini, chiedendo spiegazioni e strano ancora che a lui nessuno abbia tolto dei soldi).

E perché? Perché nessuno lo ha preparato su come funzionano i media. Tu non puoi andare in tv a dire che Putin è umano ed è come noi. Questa è la base. Ci vuole un cattivo e noi siamo i buoni. La morfologia della fiaba si dovrebbe studiare alle elementari. Ci sono i buoni e i cattivi e noi siamo i buoni, sempre. Non importa che quello che dice Orsini sulla guerra in Iraq sia giusto, che ai bambini hanno sparato anche i soldati americani e che anche noi alleati potremmo essere accusati di crimini contro l’umanità, se non fossimo proprio noi a fare quelle regole.

Poi continua dicendo che Zelensky ci vuole trascinare nella terza guerra mondiale. Ma no! Quello era Putin. Non puoi confonderti e confonderci!

Ed ecco che il processo è servito. C’è così tanta voglia di far sentire la propria voce che spesso ci si dimentica di ascoltare e troppo spesso si cede alla violenza di giudizio e di pensiero in onore di quel prezioso articolo 21 che sostiene uno dei diritti civili più importanti e che troppo spesso viene manipolato per confortare il narcisismo del pensiero autoritario, di cui oggi un po’ tutti siamo vittime.

Si può essere d’accordo con le opinioni di Orsini, oppure no. Ma non si può censurare uno dei massimi esperti internazionali che non ha capito forse come funziona l’informazione e la televisione in Italia, ma ha capito di certo come funziona la guerra.

Pietro Diomede, una libertà di parola che non va confusa col dire quello che si vuole

Credo nella gentilezza, nelle buone maniere e nelle parole. A volte alcune persone mettono alla prova questa mia indole pacifista. Ma io resisto, mica sono Will Smith.

Il caso di questo comico, Pietro Diomede appunto, che per un po’ di notorietà irride Bebe Vio e Carol Maltesi è la prova che l’art. 21 della nostra meravigliosa Costituzione è spesso frainteso e per questo violato.

Art. 21
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.

(…)

Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni.

Già, il buon costume. Deridere per un barlume di notorietà una donna ammazzata, fatta a pezzi e ficcata nel congelatore non va contro solo al buon costume. Va contro al concetto di umanità. Istiga alla violenza contro le donne. Giustifica in modo indiretto un omicidio.

È ancora libertà di opinione e espressione di libero pensiero questa? È ancora libertà di satira? O si è oltrepassato il limite e bisogna fare qualcosa di serio contro l‘istigazione alla violenza?
I fascisti hanno avuto i campi di concentramento e gli ebrei morti, allora non si può dire che si è fascisti, giustamente, altrimenti si incorre in condanne legali. Ma quante donne devono ancora morire prima di vietare per legge e punire certe “libertà di pensiero”?

Ultimo Aggiornamento: 31/03/2022 09:39