L’Italia ha dato la propria disponibilità a essere garante della neutralità dell’Ucraina. L’annuncio del Ministro degli Esteri Di Maio è stato ribadito in diverse occasioni per poter arrivare a una risoluzione pacifica del conflitto in corso. Ecco che cosa potrebbe comportare questo ruolo da garante.
Neutralità dell’Ucraina, l’Italia tra i garanti: che cosa comporterebbe
Il possibile ruolo da garante di un’eventuale neutralità dell’Ucraina era stato richiesto già alcuni giorni fa al premier Draghi. Il Presidente del Consiglio ha spiegato che la definizione precisa di tale ruolo dipenderà dai negoziati tra l’Ucraina e la Russia, ma in generale dovrebbe trattarsi di garanzie in ambito di pace, della tipologia di neutralità dell’Ucraina e dello status delle varie regioni coinvolte nel conflitto. Nel corso dei negoziati in Turchia, l’Ucraina ha definito una proposta dettagliata del possibile ruolo che potrebbe essere assunto dai Paesi garanti. Nel caso di operazioni militari, ma anche di aggressioni o conflitti in territorio ucraino, la proposta prescrive che i garanti abbiano a disposizione 3 giorni di tempo per consultarsi. Al termine di questi 3 giorni, i garanti dovrebbero essere soggetti all’obbligo di assistere militarmente l’Ucraina con l’invio di armi e la chiusura dei cieli.
La proposta di Kiev per il ruolo degli Stati garanti della neutralità dell’Ucraina
La proposta formulata nel corso dei negoziati include anche alcune clausole per l’Ucraina che, per esempio, non dovrà essere inserita in nessuna alleanza militare e non potrà schierare contingenti militari sul proprio territorio. L’accordo che potrebbe legare l’Ucraina e i Paesi garanti dovrebbe essere un trattato internazionale ratificato e firmato da tutti gli Stati coinvolti. Secondo quanto riportato dal Kyiv Independent, il governo ucraino intende sottoporre l’accordo a un referendum nazionale, che però potrà svolgersi solo quando le truppe russe avranno lasciato tutti i territori. I Paesi garanti che sono stati individuati sono i membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell’Onu (Cina, Francia, Regno Unito, Russia e Stati Uniti) a cui si aggiungerebbero anche Canada, Germania, Israele, Italia, Polonia e Turchia. Sarebbero inoltre esclusi dalla proposta i territori di Crimea, Donetsk e Luhansk perché il loro status non è ancora stato definito.
Tra le principali perplessità sollevate da questa proposta c’è la concretizzazione del rischio di arrivare a un conflitto militare con la Russia in caso di attacco all’Ucraina. Le condizioni messe sul tavolo da Kiev sono infatti analoghe agli obblighi previsti dall’articolo 5 del Trattato Nord Atlantico sulla difesa comune della NATO. Il ruolo di garante potrebbe quindi essere estremamente delicato.