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Pietro Maso, cosa fa e dove vive oggi l’uomo che uccise i suoi genitori a Montecchia 31 anni fa

Pubblicato: 17/04/2022 00:05

Nella notte tra il 17 ed il 18 aprile 1991 Pietro Maso, 20 anni, con la complicità di 3 amici uccise con ferocia i suoi genitori, Mariarosa Tessari ed Antonio Maso. Il movente fu chiarito dallo stesso Pietro Maso al momento della sua confessione, avvenuta pochi giorno dopo l’omicidio: il giovane, amante della bella vita e allo sperpero, voleva accedere immediatamente alla sua eredità per poter mantenere la sua vita di agio e sfrenatezza.

Oggi Pietro Maso è un uomo libero: nonostante ciò negli anni ha avuto diversi problemi a livello giudiziario ed è spesso apparso pubblicamente scatenando accesi dibattiti mediatici sulla sua figura pubblica.

Pietro Maso e il delitto di Montecchia: come morirono i coniugi Maso

Pietro Maso, nel 1991, era un giovane di bell’aspetto, senza occupazione né particolari ambizioni. La sua unica passione era, in effetti, la bella vita: comprare beni di lusso ed attirare l’attenzione delle ragazze erano i suoi scopi fondamentali e, per questo motivo, attirava a sé l’ammirazione di giovani ragazzi come Paolo Cavazza, Giorgio Carbognin e Damiano Bruto (quest’ultimo minorenne). Al contempo attirava i biasimi dei genitori, che avevano dato a maso un’educazione piuttosto rigida e dall’impronta religiosa.

Nel tempo, Maso elaborò un piano folle: uccide i genitori per essere libero di disporre della loro eredità. Ci provò due volte, fallendo: prima cercò di far esplodere la casa con delle bombole a gas, poi convinse un amico (che però fu preso dal panico e non fece nulla) a uccidere la madre con un pestacarne. Il terzo tentativo andò in porto: simulò un’aggressione in casa e, con la collaborazione degli amici Cavazza, Carbognin e Bruto, massacrò di botte madre e padre nella villetta di famiglia.

Gli inquirenti trovarono subito diversi indizi che portavano a inquadrarlo come sospettato e, pochi giorni dopo, arrivò la sua confessione. Pietro Maso venne condannato a 30 anni di reclusione per pluriomicidio premeditato aggravato, mentre Cavazza e Carbognin vennero condannati a 26 anni. Bruto, ancora minorenne, venne giudicato dal tribunale dei minori.

A 22 dalla condanna Pietro Maso rivide il mondo fuori dalla sua cella: ormai uomo, nel 2013, era di nuovo in libertà ma non lontano dai guai. Venne indagato infatti per minacce nei confronti delle sorelle Nadia e Laura, benché poi non vennero fatte accuse formali. 

Pietro Maso, le telecamere e il matrimonio

A Pietro Maso sono sempre piaciute le telecamere: per questo non ha avuto problemi a farsi intervistare, facendo molto parlare di sé e suscitando numerosissime critiche. Ha avuto diversi problemi con le droga, tra cui una dipendenza da cocaina che, insieme a delle turbe mentali, hanno portato al ricovero nel 2016 in una clinica psichiatrica. Nello stesso anno Maso ha vissuto la fine del suo matrimonio con Stefania Occhipinti. La relazione della donna era iniziata 8 anni prima, quando maso, ancora giovane, stava ancora scontando la sua pena. 

Pietro Maso, dove vive ora il carnefice del delitto di Montecchia

Secondo diverse fonti oggi Pietro Maso è tornato a vivere nel veronese, a Settimo di Pescantina, in una casa fornita dalla parrocchia. Lavorerebbe come giardiniere in un posto vicino al luogo di residenza. Nel corso degli anni Pietro Maso si è dichiarato pentito, che durante un’intervista con Maurizio Costanzo nel 2017: “Oggi mi sento forte davvero per la prima volta perché sono me stesso. Sono pentito di quello che ho fatto e sono qui per ricostruire la mia vita, questa è la mia rinascita. Penso che i miei genitori mi accompagneranno a essere veramente la persona di oggi”. Al contempo sono molti a dubitare di questo pentimento ed anzi a puntualizzare come negli anni Pietro Maso non abbia mai cercato di stare lontano dalle telecamere e non abbia disdegnato la presenza di ammiratori e lettere da parte dei fan.