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Controcorrente, intervista in esclusiva consigliere di Zelensky, tutta la verità su cosa è successo a Odessa: “Siamo stati noi”

Pubblicato: 21/04/2022 11:27

A far affondare l’incrociatore russo Moskva, sarebbero stati gli ucraini: ad assicurarlo è Oleksiy Arestovich, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che ha concesso un’intervista a Controcorrente.

Intervistato da Veronica Gentili, Arestovich ha spiegato cosa starebbe succedendo nel Donbass in questo momento e cosa l’Ucraina si aspetta che l’Italia faccia per aiutare il Paese a fronteggiare le forze russe.

Incrociatore Moskva, cosa è accaduto a Odessa

Arestovich non tentenna quando deve spiegare come è stato demolito l’incrociatore Moskva e perché si tratti di un fatto tanto importante: “È un incrociatore  molto importante. Il precedente era affondato nel 1905, nella guerra con il Giappone. Era la nave più grande affondata dopo il 1945. È molto forte, più dei carri armati per cui affondare questo incrociatore ha cambiato anche il rapporto delle forze nel Mar Nero. (…) Sì, siamo stati noi ad affondarlo”.

Per i russi l’affondamento della Moskva, che era un vero vanto per l’esercito russo, è stato solo l’ultimo di una serie di cedimenti, anche se forse è stato quello che ha avuto più risonanza mediatica. D’altronde, specifica Arestovich, la situazione per l’esercito russo non è affatto rosea e il consigliere non si risparmia nel comunicare un aperto ottimismo: “Noi abbiamo già vinto, dal punto di visto vista strategico abbiamo già vinto, dal punto di vista operativo dobbiamo ancora combattere, dobbiamo respingerli nel Donbass”.

Donbass, la battaglia per il controllo del territorio

In Donbass la situazione non è però facile: “Questa battaglia sarà veramente difficile. Se riceveremo le armi dall’Occidente, li scacceremo sicuramente dal nostro territorio”. Riguardo alle forniture di aiuti, Arestovich spiega che l’Italia si sta rivelando fondamentale ma che potrebbe non bastare: “Noi siamo molto grati alla comunità internazionale e in particolare anche all’Italia, che ci ha fornito le armi. Non è sufficiente però: tutto quello che abbiamo ricevuto non arriva nei tempi che vorremmo. Però siamo molto grati che la quantità aumenti ogni giorno. Noi aspettiamo ancora i carri armati, i mezzi corazzati e riusciremo a risolvere questo problema con la Russia, anche se in 10 anni”.

Mariupol, l’aiuto ai militari e la paura per i civili

È ancora difficilissima la situazione della resistenza a Mariupol, dove gli ultimi militari stanno cercando di sostenere la resistenza tra enormi difficoltà. Arestovich ha comunque assicurato che il governo centrale sta facendo di tutto per sostenere la resistenza: “Noi facciamo tutto il possibile e anche l’impossibile sia dal punto di vista militare che politico per far sopravvivere i nostri difensori. C’è anche la difesa territoriale, c’è la fanteria, la marina, c’è la nostra polizia, tanti militari. Ci sono contrattacchi oggi: la nostra fanteria Azov hanno liberato 500 difensori che si erano trovati nell’assedio e che non avevano più armi. Per cui, vediamo che i nostri difensori sono in grado di fare queste operazioni complesse”. Il grande problema, a Mariupol, sono i civili, coloro che rischiano di morire minuto dopo minuto per le bombe dei russi.