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Gas, firmata l’intesa tra Italia e Congo: ulteriore taglio alla dipendenza dalle forniture russe

Pubblicato: 21/04/2022 18:41

Italia e Congo hanno firmato l’accordo per l’aumento delle forniture di gas importate dal paese africano. Assieme alla chiusura degli accordi con l’Angola e con l’Algeria, arrivati in queste giornate, l’obiettivo dell’esecutivo è di ridurre al minimo la dipendenza dal gas russo, al fine anche di scongiurare le conseguenze di possibili tagli decisi dal Cremlino. 

Gas, firmata l’intesa con il Congo

Nella giornata di mercoledì i ministri Di Maio e Cingolani, accompagnati dall’AD di Eni, Claudio Descalzi, hanno firmato l’intesa con il Congo per la fornitura di gas. L’intesa tra Italia e Congo, stipulata in presenza del ministro degli Esteri congolese, Jean-Claude Gakosso, sembra tenere conto anche delle esigenze green del pianeta. 

L’obbiettivo, infatti, è sì quello di limitare le forniture russe, ma anche di investire in maniera consistente sulle energie rinnovabili. Il Congo, entro il 2023, si impegnerà ad “accelerare e aumentare la produzione di gas, tramite lo sviluppo di un progetto di gas naturale liquefatto”, dice l’AD di Eni. A pieno regime, il Congo dovrebbe riuscire a produrre oltre 4,5 miliardi di metri cubi all’anno, che andrebbero ad aggiungersi ai 9 miliardi dell’Algeria e a quelli dell’Angola. 

Gas Russo: quanto è lontana la fine della dipendenza

Il progetto dell’esecutivo è quello di ridurre del 50% le forniture russe entro il 2023. La mano più grande dovrebbe arrivare proprio dall’Algeria, con i suoi 9 miliardi di metri cubi, mentre Congo e Angola assieme dovrebbero arrivare oltre i 6 miliari. Numeri cospicui, ma non ancora sufficienti considerando che attualmente, come spiega La Repubblica, ne importiamo 29,07 miliardi di metri cubi dalla sola Russia (in altri termini, il 38,2% del consumo annuale). 

Inoltre, gli accordi stipulati fino a questo momento prevedono in larga parte l’invio di Gnl (il gas naturale liquefatto, meno inquinante in termini produttivi), che richiede un processo di rigassificazione. Gli impianti che possono farlo sono attualmente due, ma Cingolani, in un’intervista a La Stampa, assicura che ne saranno aggiunti altri tre. 

Un lungo processo, ma necessario, anche “per ragioni etiche”, dice sempre Cingolani, “diamo quasi un miliardo di euro al giorno alla Russia” oggi, “indirettamente finanziamo la guerra”. Per questa ragione, la delegazione nei prossimi giorni visiterà anche altri paesi arabi, tra i quali l’Egitto, ma anche il Mozambico.

Ultimo Aggiornamento: 22/04/2022 11:56