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Gas dall’Algeria, quanto costa e cosa prevede il contratto per liberarsi dalla dipendenza dalla Russia

Pubblicato: 13/04/2022 10:09

Il Governo italiano ha stipulato un accordo per aumentare le forniture di gas in arrivo dall’Algeria. Ecco quanto dovrebbe costare rispetto al gas al momento importato dalla Russia e quali sono i prossimi passi per slegarsi dalla dipendenza da Mosca.

Gas dall’Algeria, cosa prevede l’accordo per liberarsi dalla dipendenza dalla Russia

L’Eni ha sottoscritto un accordo con l’algerina Sonatrach per acquisire volumi sempre maggiori di gas. Nel biennio 2023-2024 si prevede di importare fino a 9 miliardi di metri cubi in più all’anno, mentre 3 miliardi di metri cubi extra arriveranno fin da subito. Secondo il Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani, l’accordo proseguirà anche oltre il 2024. Nel 2021, l’Italia ha importato dall’Algeria 21 miliardi di metri cubi tramite un gasdotto che si unisce alla rete di trasporto Snam a Mazara del Vallo, in Sicilia. In futuro l’Italia e l’Europa potrebbero fare affidamento anche sul gasdotto transahariano che partirà dalla Nigeria e attraverserà l’Algeria fino ad arrivare nel Vecchio Continente.

Il piano del Governo italiano per sostituire le quote di gas importate dalla Russia

Il gas in arrivo dall’Algeria dovrebbe avere un costo maggiore rispetto a quello concordato nei vecchi trattati con la Gazprom russa. Il prezzo dovrebbe essere però inferiore rispetto alle attuali quotazioni alla Borsa di Amsterdam. Con il gas in arrivo da questo nuovo fornitore il Governo italiano conta di sostituire 1/3 delle forniture attualmente importate dalla Russia. Si tratta di 29 miliardi di metri cubi all’anno da coprire, di cui 20 miliardi potrebbero essere sostituiti ricorrendo anche a 2 navi di rigassificazione in grado di coprire 5 miliardi di metri cubi all’anno di Gnl, il gas naturale liquefatto. Una di queste navi sarà acquistata e collocata a Piombino, mentre l’altra dovrebbe essere affittata dal governo. Per aumentare l’indipendenza del nostro Paese, il Governo sta pianificando di aumentare la produzione nazionale per 2-3 miliardi di metri cubi all’anno, facendo affidamento sul giacimento Cassiopea, il Canale di Sicilia e i giacimenti nelle Marche. Dal gasdotto Tap arrivano ogni anni 2,5 miliardi di metri cubi all’anno dall’Azerbaijan, mentre altri 5 miliardi sono attualmente forniti da Egitto e Quatar.

I prossimi passi verso l’indipendenza energetica da Mosca

L’Algeria è al momento il secondo principale fornitore di gas in Italia, subito dopo la Russia con una percentuale di import del 31%. Con la sottoscrizione dei nuovi accordi dovrebbe diventare il primo fornitore del nostro Paese, con un aumento del 30% delle importazioni. Nelle prossime settimane il premier Mario Draghi si recherà anche in Congo, Angola e Mozambico per sottoscrivere nuovi accordi per le importazioni di gas naturale. Dopo la copertura delle forniture, il prossimo passo del Governo è incentivare la capacità di stoccaggio del nostro Paese. In Europa l’Italia è il secondo Stato con maggiore capacità, data da 15 depositi di cui 10 appartenenti alla rete Snam. Il Governo italiano ha stabilito l’assegnazione di un premio giacenza per le aziende che riempiranno i proprio depositi almeno al 90%, per far fronte ai costi maggiorati di acquisto del gas e alla possibile prospettiva di rivederlo a prezzo inferiore durante il prossimo inverno.