C’è una svolta nelle indagini sulla morte di Fabio Palotti, l’operaio morto a soli 39 anni in un incidente sul lavoro avvenuto alla Farnesina. Palotti è rimasto tragicamente schiacciato da una cabina ascensore interna al ministero degli Esteri e morto dopo ore di agonia.
Secondo quanto rilanciato dalle agenzie, qualcuno lo avrebbe sentito chiedere aiuto ma i militari sul luogo non hanno trovato nessuno. L’incidente è avvenuto lo scorso mercoledì, l’operaio come da prassi per questo genere di interventi di manutenzione interna, lavorava da solo. Al momento l’indagine in corso è per omicidio colposo contro ignoti.
Fabio Palotti chiedeva aiuto ma nessuno lo ha trovato
La prima svolta nelle indagini sull’inchiesta aperta a piazzale Clodio sulla morte di Fabio Palotti, affidata al pm Antonino Di Maio, è in una nota affidata agli atti. Secondo quanto riferisce AdnKronos, lo scorso mercoledì un funzionario della Farnesina aveva sentito qualcuno gridare “Aiuto, aiuto” così si è rivolto a due carabinieri del presidio che hanno effettuato un sopralluogo senza trovare nessuno.
La segnalazione sarebbe avvenuta tra le 18.25 e le 19, alla stessa ora in cui risale l’ultimo segnale del cellulare della vittima, con il quale aveva scambiato messaggi con famigliari e colleghi.
Il cellulare personale di Fabio Palotti non si trova
Sul suddetto telefono, sempre secondo quanto rilanciato da Adn si legge: “Un cellulare personale, che a differenza di quello di servizio, non è stato ancora trovato. Questo è un punto che va chiarito”, come spiegato dall’avvocato dell’operaio deceduto e della famiglia Michele Montesoro.
Oggi è prevista l’autopsia sul corpo della vittima dell’incidente sul lavoro, che si terrà presso il Policlinico Gemelli. L’esame autoptico chiarirà se l’operaio è morto sul colpo o se la morte risale a prima, al pomeriggio, quando il telefono ha smesso di funzionare. Il pm ha disposto anche un accertamento sulla cabina dell’ascensore dove è avvenuto l’incidente.