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Suicidio assistito, l’appello disperato di Antonio: “Il mio corpo è solo tormento e voi in Parlamento perdete tempo”

Pubblicato: 02/05/2022 17:54

Antonio -nome di fantasia- ha 43 anni ed è tetraplegico da 8: soffre terribilmente e aspetta di poter morire. La sua volontà di morte e lucida e chiara, ma si scontra ogni giorno con la realtà italiana: da due anni Antonio vuole procedere con il suicidio assistito, ma non riesce a farlo. Ora, il suo appello disperato è destinato al parlamento italiano, a cui dice: “Sono prigioniero di una non esistenza”.

Antonio, tetraplegico dal tronco in giù: “Non ho speranza di miglioramenti”

Quando, 8 anni fa, Antonio è diventato tetraplegico a causa di un incidente ed ha perso sensibilità dal tronco in giù, ce l’ha messa tutta per riuscire comunque a vivere, come racconta a La Repubblica: “Con l’aiuto della mia famiglia abbiamo costruito questa casa senza barriere, con una palestra, una terrazza per respirare l’aria dei monti”, racconta nel suo appello. I suoi tentativi si sono però scontrati con una realtà drammatica: vivere, per lui, è una continua sofferenza dal punto di vista fisico. “Non ho speranza di miglioramenti. Sono prigioniero di una non esistenza. Per questo voglio morire. Soffro in modo indicibile. La mia vita non ha più dignità. Quando ho capito che non sarei più migliorato ho deciso di morire. Due anni fa”.

Ora, mentre percorre l’ultimo miglio della sua vita, vuole essere lucido: “Voglio essere lucido fino all’ultimo istante, per questo ho rifiutato le cure palliative che annebbiano il pensiero”. 

Asur Marche, lo stallo dopo l’ok del tribunale

Lo scontro con la realtà giudiziaria italiana è devastante per Antonio, che desidera disperatamente mettere fine al suo calvario: a fine gennaio il Tribunale di Fermo ha dato l’ok all’Asur Marche per effettuare le verifiche previste in questo caso: controlli e incontri con i medici in primis. Da febbraio, però, la situazione è immobile: il Comitato Etico, che deve esprimersi e dare l’ok all’accesso al Suicidio mediamente assistito legalmente, non si è ancora pronunciato. Sono passati più di due mesi, e nessuno permette ancora ad Antonio di soddisfare la sua volontà maggiore. L’iter, seppur vi sia stato un miglioramento con la sentenza Cappato della Corte Costituzionale, è ancora tremendamente farraginoso e Antonio ora chiede che le cose cambino: “Ai politici vorrei dire: soffro in modo indicibile, il mio corpo è solo tormento e voi in Parlamento perdete tempo. Vi chiedo una cosa soltanto: uscite dal vostro egoismo, pensate a me e ai tanti come me, aiutateci a morire”.

Mario, lo stesso calvario di Antonio con l’Asur Marche

Il cammino intrapreso da Antonio ricorda la storia di Mario, tetraplegico da 10 anni che, nel 2021, aveva denunciato l’Asur Marche per reato di tortura, dopo che, a seguito dell’Ok del comitato etico dell’Asur, ha rilanciato la palla al mittente dichiarando che solo la regione Marche avrebbe potuto dare l’ok definitivo al suicidio mediamente assistito. Lo scorso febbraio Mario ha vinto la sua battaglia: l’Asur ha definito che l’uomo avrebbe potuto avere il tiopentone, farmaco che avrebbe potuto utilizzare con tempistiche da lui decise al fine di procedere con il suicidio assistito.

Filomena Gallo: “Questo accade in assenza di una legge”

Adnkronos ha riportato anche le parole di Filomena Gallo, segretario nazionale dell’Associazione Luca Coscioni: “È inaccettabile, nonostante il solco tracciato da Mario, che i diritti fondamentali di un cittadino dipendano dalla inefficienza della pubblica amministrazione che continua a dimostrarsi inadempiente. Questo accade in assenza di una legge e un simile scenario si potrebbe ripetere nel caso dovesse passare un testo di legge discriminatorio come quello attualmente approvato alla Camera”. A breve l’associazione Luca Coscioni notificherà all’Asur Marche una diffida, la terza, affinché il percorso si sblocchi.

Ultimo Aggiornamento: 02/05/2022 18:04