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Vanessa Russo uccisa con un ombrello, la donna condannata è nullatenente: il risarcimento lo pagherà lo Stato

Pubblicato: 09/05/2022 10:57

Vanessa Russo fu uccisa a 23 anni a Roma, nel 2007, colpita con un ombrello la cui punta le trafisse un occhio. Per la sua morte, la coetanea Doina Matei fu condannata a 16 anni di carcere con l’accusa di omicidio preterintenzionale. La donna, secondo quanto riportato nelle ultime ore, non pagherà il risarcimento alla famiglia – 760mila euro – in quanto nullatenente. Al suo posto interverrà lo Stato.

Omicidio Vanessa Russo, Doina Matei nullatenente: il risarcimento alla famiglia arriverà dallo Stato

Doina Matei, condannata al carcere per l’omicidio di Vanessa Russo, è tornata in libertà nel 2019, dopo aver scontato 12 dei 16 anni inflitti per aver colpito a morte la 23enne con un ombrello nella metropolitana di Roma, e nelle ultime ore è emerso un particolare sul risarcimento dovuto alla famiglia della vittima.

Secondo quanto riportato da TgCom24, la donna non pagherà la somma stabilita dalla giustizia, 760mila euro, perché nullatenente. È quanto avrebbe stabilito la Corte d’Appello di Roma, dopo aver accolto il verdetto della Corte di Giustizia Europea sulla vicenda a seguito dell’azione legale della famiglia, bocciato il ricorso della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Doina Matei, romena senza fissa dimora e con due figli a carico, sarebbe risultata incapace di provvedere all’indennizzo.

L’omicidio di Vanessa Russo: colpita con un ombrello e morta mentre andava al lavoro

Vanessa Russo, 23 anni, il 26 aprile 2007 si stava recando al lavoro presso una gelateria quando fu aggredita in metropolitana prima di arrivare alla stazione Termini. Secondo quanto ricostruito, Doina Matei l’avrebbe colpita con un ombrello, la cui punta sarebbe penetrata nell’occhio sinistro della giovane procurandole una lesione mortale.

La fuga della giovane dopo l’aggressione, insieme a un’amica anche lei romena, fu immortalata dalle telecamere della metro. Dopo il processo e la condanna per omicidio preterintenzionale aggravato, Matei fu riconosciuta nullatenente e la famiglia della 23enne uccisa avrebbe deciso di citare in giudizio la Presidenza del Consiglio dei Ministri per ottenere il risarcimento. Senza risposta, si sarebbe poi rivolta al tribunale di Roma che avrebbe poi disposto che fosse proprio lo Stato a provvedere al pagamento. Il successivo ricorso della Presidenza del Consiglio dei Ministri sarebbe stato respinto e sul caso sarebbe intervenuta la recente valutazione della Corte di Giustizia Europea.