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Morte di Valeria Fioravanti, i risultati della perizia: cos’hanno scoperto

Pubblicato: 04/09/2023 11:09

Valeria Fioravanti è morta a causa di una meningite a solo 27 anni. Era il 10 gennaio 2023. A distanza di mesi dalla morte della giovane, la perizia sulla vicenda ha chiarito che sono stati commessi degli errori fatali che hanno portato alla morte della ragazza. Cos’è successo dal primo ricovero al decesso della ragazza? Cosa rischiano ora i medici che avrebbero commesso degli errori fatali?

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Valeria Fioravanti, i primi sintomi della malattia

La drammatica vicenda di Valeria Fioravanti, secondo quanto denunciato dai familiari, ha avuto inizio il 25 dicembre 2022. Quel giorno, la 27enne è stata operata al Campus Biomedico di Roma per un ascesso. Due giorni dopo le dimissioni, si è presentata al pronto soccorso del policlinico Casilino accusando un forte mal di testa, dolori alla schiena e al collo. “Intensa cefalea, non risponde a tachipirina, vertigini da due giorni associate a cervicalgia”, ha annotato il medico del Casilino che l’ha visitata, come riporta La Repubblica. La ragazza sarebbe quindi stata dimessa con la prescrizione di antinfiammatori: 30 milligrammi di Toradol. La situazione però non è migliorata.

Il 4 gennaio 2023, Valeria si è recata in un altro pronto soccorso, quello del San Giovanni Addolorata. La ragazza ha spiegato di avere dolore in tutto il corpo e in particolare sulla nuca. Quindi i medici diagnosticano una sospetta lombo sciatalgia, dopo una tac di controllo. Due giorni dopo la situazione è precipitata, Valeria in condizioni critiche, è tornata al San Giovanni. Lì finalmente, si sono resi conto che la situazione della ragazza era ben peggiore: aveva una meningite acuta in fase conclamata. A quel punto, è stata ricoverata d’urgenza allo Spallanzani. Tre giorni dopo è andata in coma per poi morire il 10 gennaio. Quali sono stati gli errori dei medici che l’hanno visitata?

Valeria Fioravanti muore di meningite, gli errori dei medici: i risultati della perizia

Valeria si è rivolta a quattro ospedali prima che qualcuno capisse che stava morendo a causa della meningite. Gli antidolorifici che le hanno somministrato per placare la cefalea e il mal di schiena hanno peggiorato la situazione: hanno placato il dolore della ragazza portandola di fatto alla morte. La malattia non è stata riconosciuta e, in più, non sono stati eseguiti gli esami diagnostici necessari. Secondo la perizia dunque, i medici che l’hanno visitata lo avrebbero fatto con superficialità, non optando per svolgere gli esami opportuni. Tre sanitari rischiano ora un processo con l’accusa di omicidio colposo.

Ultimo Aggiornamento: 04/09/2023 11:12