“Studiava” per diventare un bravo terrorista e intanto lavorava come elettricista per potersi pagare il viaggio verso i luoghi della Jihad. È successo a Cesena, dove 24enne italiano, di origine tunisina, è stato fermato dalle Digos di Bologna e Forlì con l’accusa di arruolamento passivo con finalità di terrorismo internazionale.
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La formazione
Il giovane manteneva contatti virtuali con esperti religiosi dell’Isis, vedeva ossessivamente scene di jihad e ascoltava sermoni “nasheed” (un tipo di canto religioso islamico) dedicati al martirio. Erano queste le basi dello studio del 24enne, in preparazione dei combattimenti per il jihad in Siria e in Iraq. Nel frattempo aveva anche preso contatti con un “facilitatore”, una persona che avrebbe agevolato il viaggio e il reclutamento nel circuito jihadista e intensificato il suo addestramento fisico. Faceva l’elettricista per guadagnare i soldi necessari per partire in Medio Oriente.
Le indagini
L’indagine, iniziata il 29 luglio da informazioni dell’Aise, avrebbe dimostrato la determinazione del giovane a raggiungere i luoghi di jihad Siro- Iracheni. Un biglietto aereo per la Turchia non ancora acquistato ma il percorso da dover intraprendere, studiato nei minimi dettagli. Antonio Marotta, responsabile della Digos di Bologna, assieme ai suoi uomini, ha cominciato a pedinarlo e intercettarlo sin dal suo ritorno dall’Inghilterra, dove il giovane si era trasferito per un breve periodo da alcuni parenti.
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Arruolamento passivo
La contestazione è di “arruolamento passivo” per fini di terrorismo internazionale da parte della Procura di Bologna, per i giudici della Suprema Corte “non è necessaria la prova del serio accordo con l’associazione ma è invece sufficiente la prova della integrale disponibilità del neo-terrorista al compimento di tutte le azioni necessarie al raggiungimento degli scopi eversivi propagandati dall’associazione”. La natura “individuale” dell’arruolamento – ipotesi di reato diversa dalla partecipazione ad associazione terroristica – non necessita che sia avvenuta “l’accettazione della richiesta” di entrare a far parte dell’organizzazione ma” è sufficiente la messa a disposizione incondizionata del neo-arruolato alla commissione di atti terroristici”.
L’identikit del presunto terrorista
Istruzione di base, il ragazzo era nato in Italia da genitori tunisini residenti a Cesena. Ha vissuto alcuni anni in Inghilterra, dove si erano già trasferiti alcuni parenti, e lì avrebbe iniziato la radicalizzazione, grazie a un facilitatore: “In Italia, almeno nel nostro distretto – ha detto il capo dell’antiterrorismo Antonio Marotta – non abbiamo evidenza della presenza di facilitatori che operano perlopiù all’estero”. Negli ultimi mesi aveva avanzato richiesta per il visto turco e per quello siriano.
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