Ci siamo. Alla fine ci stiamo arrivando. Questo Paese avrà il suo Scisma. Abbiamo avuto scismi ad Oriente, il primo fu quello di Efeso, scismi ad Occidente, come quello anglicano, scismi a settentrione, Lutero docet. Ma mai uno scisma nella Casa di Roma. Una parte dell’Italia, quella conservatrice, in alcuni casi reazionaria, ha deciso che il dogma dell’infallibilità papale non riguarda più loro.
Un funerale laico e un Papa che non si fa il segno della croce
Come Enrico VIII, che per questione di mogli creò la Chiesa Protestante, per un funerale, quello di Napolitano, ma soprattutto per le morti dei migranti, i credenti di Dio, Patria e famiglia non credono più nella Chiesa di Roma. Attendiamo di capire chi sarà il nuovo Vescovo della Canterbury italica, se sia uomo o donna, fenomeno quantomeno innovativo, anche se da secoli si sussurra che ci sia già stata una Papessa. La destra italiana non ne può più di questo gesuita argentino, Bergoglio, probabilmente simpatizzante della teologia della liberazione sudamericana. Una specie di Che Guevara, argentino pure lui, che va dal feretro del laico e comunista Napolitano senza farsi nemmeno il segno della Croce.
Il problema non è ovviamente Napolitano, ultimo leader comunista che resisteva, ma altro. La destra non vuole essere confessionale, ma autoreferenziale nel suo agitarsi religioso. Gli piacerebbe al limite una Chiesa preconciliare, un Papa Lefebvriano, anche se dubitiamo che conoscano la messa in latino o l’Adeste Fideles. E considerano, diciamola tutta, la Chiesa di Papa Francesco come deviata dalla dritta via. In questo concordano con Matteo Messina Denaro, che rifiuta le esequie di questa Chiesa che, diventando antimafiosa, ha abbandonato la sua visione ecclesiastica.
Il problema ovviamente sono le Europee, e l’atteggiamento della Chiesa di Bergoglio sulla questione migrazione, netta e non conciliante con le politiche del governo. Soprattutto sul tema dei migranti economici. D’altra parte, scegliendo di chiamarsi Francesco, il Papà fin da subito ha scelto di essere pauperista, e la assonanza con comunista è facile.
La dottrina sociale della Chiesa degli ultimi sessant’anni sembra sia passata invano, sconosciuta ai tanti cristiani, ma forse non più cattolici, che si trovano in una parte del Paese. Si vorrebbe fare a meno della Chiesa di Roma e del suo compito di guida. Una religione in autogestione, un rapporto diretto con Dio, come la scelta del gestore telefonico.
Dio sono Io e Lui, mi parla e dà ragione a me. Una religione personale, aconfessionale, à la carte. Oggi il peccatore è l’immigrato, ieri l’ebreo, domani mio cognato. No, i cognati no, servono al governo.