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È nato il figlio di Fausto Brizzi e Silvia Salis: la scelta particolare sul cognome

Pubblicato: 05/10/2023 17:49

Fausto Brizzi e Silvia Salis sono diventati genitori. Con un post su Instagram l’ex martellista e dirigente sportiva, oggi Vicepresidente del Coni, ha annunciato la nascita di Eugenio. Per Fausto Brizzi si tratta del secondo figlio, la prima è Penelope Nina, nata dal matrimonio con Claudia Zanella. Il piccolo Eugenio avrà il cognome della mamma poiché come ha dichiarato la coppia: “Un maschio che capisce fin da bambino che nella sua famiglia vige la parità assoluta non penserà mai che le donne siano una sua proprietà”.

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Il lungo post dell’ex martellista

“La possibilità che, in presenza del riconoscimento paterno, venga utilizzato il cognome della madre è un cambiamento culturale epocale ed è passato incredibilmente inosservato” hanno raccontato i futuri genitori. Ma cosa dice la legge a riguardo? L’ex martellista ha spiegato: “Una sentenza della Consulta del giugno del 2022 ha reso illegittima l’assegnazione esclusiva del cognome del padre ai nuovi nati. Si può dare oggi il cognome paterno, materno o entrambi. La possibilità che, in presenza del riconoscimento paterno, venga utilizzato il cognome della madre è un cambiamento culturale epocale ed è passato incredibilmente inosservato. In una società che, in un passato remoto, etichettava come “bastardo” un bambino non riconosciuto dal padre e che, in un passato più recente, guardava con vergogna l’avere il cognome materno, perché risultato di un rifiuto o di un abbandono, questa notizia avrebbe meritato le prime pagine. Al contrario, crediamo che crescere un figlio da sola fosse da eroina soprattutto in un paese che non ti aiutava certo. E riteniamo inoltre che sia sempre stata una profonda ingiustizia il senso di rifiuto che hanno subito milioni di figlie femmine nella storia per non essere in grado di portare avanti il “cognome di famiglia” e il senso di impotenza di tante madri per non essere riuscite a concepire un erede maschio. Per questo è importante dare un segnale, e con un neonato maschio. Infine abbiamo sentito che era il momento di farlo perché viviamo in un paese dove ogni giorno le cronache ci raccontano di uomini che continuano a credere le donne e i figli una loro “proprietà” disponendone a loro piacimento. La pena è necessaria in questi casi, ma è di un cambiamento culturale che abbiamo bisogno. Un maschio che capisce fin da bambino che nella sua famiglia vige la parità assoluta, non diventerà uno degli uomini di cui sopra.”

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Ultimo Aggiornamento: 05/10/2023 17:59