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Tanti enigmi nel caso di Alessio Vinci: in Italia si indaga per “istigazione al suicidio”

Pubblicato: 06/10/2023 19:15

Resta ancora avvolta nel mistero la morte di Alessio Vinci, 18enne studente italiano il cui corpo, il 18 gennaio 2019, è stato ritrovato ai piedi di una gru a Parigi. Per gli inquirenti francesi il suo fu suicidio, gli inquirenti italiani hanno indagato per istigazione al suicidio e sono orientati all’archiviazione, che dovrebbe arrivare il prossimo martedì.
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Il messaggio in codice e la vincita

 La legale Sara Dettori e la studentessa di Giurisprudenza Fabiana Milano che si sono interessate al cas, hanno chiesto a gran voce, durante “Chi l’ha visto?” che si continui a indagare sì, ma per omicidio. A partire dal messaggio in codice “E. T. P. je sais CAM 381ASLCM” trovato sul computer di Alessio. Stesse lettere e cifre copiate in un foglio lasciato in hotel. Poi la falsa, ricca vincita da quasi 150 mila euro al casinò di Montecarlo raccontata al nonno, prima del trasferimento – questo sì vero – nell’hotel parigino Le Meridien Etoile. Non proprio una sistemazione economica per uno studente senza una famiglia facoltosa alle spalle.

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Per la magistratura francese fu suicidio

La famiglia e gli amici non hanno mai creduto al suicidio. “Non era depresso, non era infelice, anzi, aveva preso la patente una settimana prima e non vedeva l’ora di scorrazzare con la mia macchina. Studiava ma aveva anche una vita fuori, fidanzate, amici, scooter” aveva raccontato il nonno Enzo Ferraro, che lo aveva cresciuto dopo la morte della mamma e della nonna. L’uomo si era sempre battuto per arrivare alla verità ma è morto la scorsa estate a 75 anni, senza poter mai sapere cosa fosse accaduto al nipote Alessio Vinci.

La magistratura francese, dopo una indagine lampo, chiuse il caso parlando fin da subito di suicidio. A spingere su questa strada alcuni messaggi partiti dal cellulare di Alessio. Lo studente al primo anno di Ingegneria Aerospaziale aveva inviato un messaggio a un’amica in cui chiedeva di dire al nonno che lui e la nonna “sono stati i migliori genitori che io abbia potuto avere… ma c’è qualcosa che va al di là dell’amore che provo e ho provato per le persone, al di là del successo che potrei avere. Digli che questa volta non tornerò“.

La Procura di Roma non ci sta

A Roma, martedì si discuterà del fascicolo aperto per istigazione al suicidio. Il sospetto che ha la Procura di Roma è che qualcuno possa aver spinto o costretto il 18enne a un gesto estremo. Nei fascicoli della Procura vengono presi in considerazioni soltanto sms e telefonate sulla rete mobile, ma non è stato “sbobinato” tutto il traffico su Whatsapp di gran lunga più utilizzata. In più, nell’elenco di telefonate fatte e ricevute da Alessio prima della morte c’è un paio di chiamate riconducibili a numeri svizzeri. Inoltre non sono state ascoltate le persone allora più vicine ad Alessio, come gli amici o la ex fidanzata. Tutti adesso sono maggiorenni e potrebbero fornire informazioni utili quantomeno sulle persone e le compagnie frequentati dal giovane nel suo primo anno di Università a Torino.

L’autopsia

Un altro mistero riguarda gli esami medico legali che avevano evidenziato come Alessio al momento del ritrovamento avesse le gambe rotte, come se fosse caduto sugli arti inferiori. Anche se sul capo erano state trovate ferite riconducibili a percosse.

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Ultimo Aggiornamento: 12/10/2023 11:10