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Aggressione a Francesco Le Foche: il popolo no vax si scatena sui social

Pubblicato: 07/10/2023 08:55

È rimbalzata velocemente sui social la notizia dell’aggressione dell’immunologo Francesco Le Foche. Il medico, picchiato da un paziente all’interno del suo studio a Roma, è ora ricoverato in terapia intensiva al Policlinico Umberto I di Roma. Questo pestaggio però, ha fatto gioire la comunità no vax che sui social si è lasciata andare a moltissimi commenti.

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“Giustizia è fatta”

Sotto il tweet di Barbara Balanzoni, dottoressa radiata dall’Ordine dei medici, sono in tanti a gioire per l’aggressione. “Dio c’è“, scrive un utente. Oppure: “Hanno tirato troppo la corda. Queste sono le conseguenze. La gente è incazzata nera e non tutti sono pecoroni”. Tra i commenti, c’è chi sostiene che in fin dei conti Le Foche se la sarebbe andata a cercare: “A furia di diagnosi sbagliate e cazzate sparate in TV poi succede questo…“. E anche chi cerca di minimizzare l’accaduto: “Tra un paio di schiaffoni ben meritati ed il tentato omicidio, c’è una bella differenza”. Infine c’è chi lo definisce “l’antitesi del pensiero scientifico”. Altri invece definiscono Le Foche e gli altri scienziati e esperti, divenuti noti al grande il pubblico durante la pandemia e il lockdown, delle “virostar“. 

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Moltissimi messaggi di vicinanza

Molti invece hanno augurato una pronta guarigione al medico: “Forza prof”, scrive un utente sui vari social. “L’aggressione non può essere tollerata. Medici e infermieri hanno diritto a lavorare in sicurezza”, ha detto il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca. “Siamo di fronte a un gesto folle contro un medico. Un problema che si ripete in maniera drammatica a Roma. I cittadini ormai sfogano contro gli operatori le inefficienze del Snn”, ha detto Antonio Magi, presidente dell’Ordine dei medici e chirurghi di Roma e provincia.

Aggressioni al personale medico sempre più frequenti

Sempre più frequenti le aggressioni ai danni di medici e infermieri. A correre i rischi maggiori, rileva l’Oms, sono gli infermieri e coloro che lavorano nei pronto soccorso. I dati dell’Inail indicano che le aggressioni al personale sanitario sono complessivamente 1.600 l’anno, dagli ambulatori di psichiatria alle guardie notturne, con una media di poco più di 4 al giorni. Tra le professioni più colpite ci sono gli infermieri e gli educatori impegnati con tossicodipendenti e alcolisti; seguono gli operatori socio-sanitari (29%) e a distanza i medici (3%).

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