Il vento di guerra in Medio Oriente sembra trascinare con sé nuovi problemi riguardo la questione energetica. In queste ore è stato deciso lo stop al giacimento di gas naturale di Tamar, a largo di Gaza, per ragioni di sicurezza. Decisione presa dalle autorità israeliane ma che si sta ripercuotendo sulle quotazioni del metano.
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Petrolio fino a 150 dollari al barile
Nel frattempo il ministero delle Imprese fa sapere che in Italia è discretamente elevata l’allerta sui prezzi dei carburanti. Gli analisti di Goldman Sachs, dal canto loro, mettono in guardia da una possibile escalation nella regione con coinvolgimento dell’Iran: il petrolio, avvertono, potrebbe spingersi fino a 150 dollari al barile. Adolfo Urso durante un’intervista a Mattina 24 su Rainews 24 ha dichiarato: “Siamo tutti convinti che Israele abbia il diritto a tutelare la propria libertà e credo bisogna essere vigili sotto ogni aspetto. La guerra incombe e rischia di coinvolgere altri fronti, e incombe attorno a noi in Europa, come ci ricorda la guerra in Ucraina. Bisogna essere vigili, uniti e coesi in Europa per fronteggiare questa situazione di emergenza che rischia di far esplodere altre problematiche, mi riferisco per esempio a quella dell’energia come accaduto per la guerra della Russia in Ucraina, per l’approvvigionamento di gas e petrolio“.
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Equilibri geopolitici precari
È indubbio che l’Italia viaggi sul filo del rasoio. L’Algeria è ad oggi il maggiore fornitore di gas naturale al nostro Paese ma anche uno dei sostenitori più accaniti di Hamas, dopo l’attacco ai danni di Israele. Nell’elenco dei partner c’è poi ancora la Russia, nonostante lo sforzo di ridurne il peso nel nostro mix energetico dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. Altro fornitore è l’Azerbaijan, che attraverso il gasdotto Tap, fornisce la materia prima ma che ora si trova impegnato nel conflitto con l’Armenia per la contesa del Nagorno-Karabakh.
Sale solamente l’oro
La guerra in Medio Oriente spinge gli investitori a spostarsi verso i beni rifugio. Secondo gli analisti, infatti, l’aumento del rischio geopolitico spinge l’acquisto di asset come l’oro e il dollaro. L’oro è balzato di oltre l’1% lunedì e viaggia oltre quota 1.860 dollari l’oncia.
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