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“Mamma aiutaci”, le ultime drammatiche chiamate degli ostaggi israeliani portati a Gaza

Pubblicato: 11/10/2023 17:04

Quella degli ostaggi catturati dai miliziani di Hamas e portati a Gaza potrebbe essere una delle chiavi di questa nuova guerra tra israeliani e palestinesi. Tra i più di 150 ostaggi, soprattutto civili, trascinati con la forza nella Striscia ce ne sono infatti molti con la doppia nazionalità o stranieri. Per questo alcuni Paesi, come gli Usa, potrebbero ora fare pressioni sull’esercito con la stella di Davide allo scopo di tutelarne l’incolumità. Intanto però commuovono e indignano le ultime drammatiche chiamate che alcuni ostaggi hanno inviato ai loro familiari subito prima di essere rapiti.
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Gli appelli degli ostaggi israeliani portati a Gaza dai miliziani di Hamas

Il 37enne Yoni Asher, ad esempio, ha sentito e visto in un video circolato in rete i miliziani di Hamas mentre sabato scorso rapivano sua moglie Duran e le sue figlie di tre e cinque anni dal kibbutz Nir Oz, dove si erano recate per andare a trovare la nonna. “Non sono nemmeno bambine, sono ancora due bebè di nemmeno tre e cinque anni”, così il padre si rivolge ai sequestratori intervistato da una tv americana.

L’uomo è persino riuscito a geolocalizzare il telefonino della moglie dopo il rapimento. E il segnale purtroppo arriva dall’interno della Striscia di Gaza. Ma è anche la stessa Hamas che decide di diffondere sui social alcuni video, come quello che mostra tre uomini armati portarsi via un bambino di dodici anni, sempre dal kibbutz di Nir Oz. “Sento in sottofondo grida femminili mentre voci maschili dicono: siamo di Hamas e voi avete delle figlie bellissime”, denuncia invece la madre della ventunenne Adi Maizel, che partecipava con altre centinaia di ragazzi al Nova rave del kibbutz Re’im, vicino al confine con Gaza. Il numero della donna riceve costanti telefonate da numeri arabi.

“Erano le dieci quando ho ricevuto una telefonata da mia figlia. – si lamenta disperata un’altra madre – ‘Ci hanno sparato’, mi diceva, ‘la macchina è stata colpita, non possiamo fuggire, tutti qui sono feriti, stanno sanguinando: mamma, aiutaci, non sappiamo che cosa fare!’”.
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