Francesco Tricarico scatenato. In occasione della pubblicazione del suo nuovo singolo, il cantautore e pittore non risparmia niente e nessuno nel corso di una intervista rilasciata alla Adnkronos. L’artista punta il dito soprattutto contro il Festival di Sanremo condotto da Amadeus. Ma anche contro i social network che, a suo giudizio, starebbero rovinando irrimediabilmente la nostra società. Per non parlare della censura sulle guerre come quelle in Ucraina e Israele.
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“Il mio nuovo singolo nasce da questo momento così incerto e precario dove un’apparente libertà nasconde il pericolo della perdita di ogni valore e diritto acquisito in anni e anni di lotte. – spiega Francesco Tricarico aprendo l’intervista – ‘Faccio di tutto’ nasce dallo sgomento nell’osservare in questi ultimi decenni in ogni campo la perdita dell’eccellenza, della competenza e del coraggio di dire e pensare liberamente”.
Francesco Tricarico contro il Sanremo di Amadeus
“I social sono tossici per i ragazzi e le piattaforme dovrebbero diventare editori a tutti gli effetti, con le stesse responsabilità, gli stessi diritti e gli stessi doveri, che hanno quelli che pubblicano quotidiani, settimanali, radio e tv. – si sfoga ancora Francesco Tricarico – Negli ultimi anni abbiamo visto cose agghiaccianti: ministri incompetenti, impreparati, gente che ricopre posizioni di grande responsabilità che dice e fa di tutto e il contrario di tutto. Ma anche nella musica tanti cantanti che arrivano dall’oggi al domani. Una volta per andare a Sanremo dovevi aver già fatto una gavetta, pubblicato degli album. Io i primi 15 anni non andai perché bisognava avere una chiara e conclamata carriera, mi pare con tre album all’attivo. Oggi è diventato un format: vai direttamente a fare quella trasmissione e magari l’anno dopo sei ospite. È una roba che non ci si crede. Mancanza di competenza e di merito”.
“Ho partecipato tre volte al Festival di Sanremo. Ho provato a ritornarci ma non mi hanno preso. – rivela Francesco Tricarico prendendosela anche con Amadeus – Quest’anno non ci ho nemmeno provato. Ma trovo assurdo che una persona abbia in mano il festival per cinque anni. In cinque anni, non dico che puoi cambiare il costume ma influenzare parecchio la scena e il gusto. Lo share di oggi va valutato sulla platea che oggi guarda la tv. Il 70% di oggi è una minoranza. Ci trattano tutti come deficienti e come bestie. Magari l’anno prossimo ci riprovo, sto lavorando a tante belle canzoni. Ma vedrete che l’anno prossimo ci sarà ancora Amadeus. Di fronte all’imbarbarimento portato dai social, la nobiltà del festival sarebbe stato portare cognizione, coraggio, ricerca del bello, perché i social tendono a dare visibilità alla parte più voyeuristica anche nella musica. Non credo che da questo punto di vista, quello di Amadeus sia un bel festival”, conclude.
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