I bambini rapiti da Hamas nei cartelloni pubblicitari delle città occidentali. I loro volti si illuminano nei pannelli al neon di Nizza, Los Angeles, Londra, New York e molte altre. Sono decine e decine i bambini prigionieri del gruppo terroristico palestinese che ha colpito Israele il 7 ottobre. Le campagne sono completate online raccontando le drammatiche storie dei minori intrappolati a Gaza, cercando di raccogliere aiuti per la loro liberazione. “I prigionieri sono in luoghi sicuri”, ha asserito il portavoce di Hamas, Abu Obeid in un post su Telegram. Ma soprattutto per i minori questa tragedia resterà dentro di loro.
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Il più piccolo dei rapiti ha 9 mesi, rapito insieme al fratellino di 4 anni. Si spera che i genitori non siano stati uccisi. Una bambina di 3 anni era riuscita a scampare al massacro della famiglia, trovando riparo dai vicini, ma anche lì è arrivata Hamas a prenderla. I suoi fratelli di 6 e 9 anni sono riusciti a salvarsi nascondendosi negli armadi dei vicini.
Un uomo spera di rivedere ancora le figlie di 2 e 4 anni, augurandosi non siano state uccise. Gli adolescenti hanno pagato un duro prezzo. Ci sono i video di una quattordicenne che assiste il corpo della madre mentre il padre e il fratello subiscono l’esecuzione. Un sedicenne è stato portato via mentre accudiva i fratellini dopo il massacro della famiglia.
Sono tante le storie che con questa campagna sperano di sensibilizzare l’opinione pubblica.
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