Vai al contenuto

Riapre il processo per l’omicidio di Serena Mollicone

Pubblicato: 26/10/2023 16:05
Serena Mollicone, brutalmente uccisa a 18 anni nel 2001
Serena Mollicone

La prima Corte d’Assise d’appello di Roma accoglie la richiesta del procuratore generale: riapre il processo per l’omicidio di Serena Mollicone. La ragazza fu brutalmente uccisa a 18 anni il primo giugno 2001 ad Arce, in provincia di Frosinone. Il secondo grado di giudizio, il 15 luglio 2022, aveva prosciolto dalle accuse tutti gli imputati. Il maresciallo dei carabinieri Franco Mottola, il figlio Marco, e la moglie Annamaria “per non aver commesso il fatto”. Assolti perché il fatto non sussiste anche gli altri due carabinieri Vincenzo Quatrale, che era accusato di concorso nell’omicidio, e Francesco Suprano, accusato di favoreggiamento. (Continua dopo la foto)
Leggi anche: Muore di setticemia, familiari indagati per maltrattamenti
Leggi anche: Annalisa D’Auria, le minacce in chat del compagno geloso prima di ucciderla: “Vi ho scoperti, vi vengo a beccare”

Mollicone e Mottola
Serena Mollicone e Franco Mottola

Ecco perché riapre il processo per l’omicidio di Serena Mollicone

Una decisione molto rara nella giustizia italiana, quella che la Corte d’Assise d’appello di Roma ha comunicato oggi: riapre il processo per l’omicidio di Serena Mollicone. Secondo il procuratore generale, l’istruttoria doveva essere riaperta perché sussistono nuovi fatti determinanti per l’esito del processo.
Leggi anche: Serena Mollicone poteva essere salvata, la consulenza del Labanof.

Il legale della famiglia Mottola, Mauro Marsella, esprime lo sconforto degli accusati dopo venti anni di processi: “Il giudice ha deciso di rinnovare l’istruttoria dibattimentale contro le nostre indicazioni. Riteniamo che questa scelta sia giuridicamente legittima tant’è ne prendiamo atto. Replicheremo punto punto alle osservazioni che emergeranno in udienza sia sui consulenti che sono stati indicati dalla pubblica accusa sia anche attraverso i nostri consulenti”.

Del tutto opposto l’umore dello zio di Serena, Antonio Mollicone, rimasto a prendere le parti della famiglia dopo la morte del padre di Serena, Gugliemo, deceduto nel maggio 2020 dopo essere entrato in coma nel 2019 per un infarto. “Siamo contenti, dopo 22 anni vogliamo che si faccia sempre più luce su questo caso e che si ascolti il contributo di tutti. Perché avere preclusioni? Noi non le abbiamo mai avute: chi sa la verità la dica, in questo modo i giudici potranno interpretare”.

I giudici hanno ammesso senza riserve la nuova interpellanza dei periti tecnici. Si deve ancora decidere se ascoltare tutti e quarantaquattro i testimoni che costituirono una parte cospicua del processo che portò all’assoluzione degli imputati.

L’omicidio di Serena Mollicone

Serena Mollicone, una giovane di 18 anni del paese di Sora, stava terminando l’ultimo anno del liceo “Vincenzo Gioberti” e suonava il clarinetto nella banda locale. Il 1º giugno 2001, si recò all’ospedale per un esame radiografico, ma non fece ritorno a casa come previsto. Dopo ricerche, il suo corpo fu trovato il 3 giugno in un bosco a 8 km da Arce, con segni di ferite e segni di asfissia.

Le indagini iniziarono con l’ipotesi che dovesse incontrare un uomo, ma nel corso degli anni furono coinvolte diverse persone. Nel 2018, ricerche scientifiche confermarono che l’omicidio avvenne in una caserma di Arce. Nel 2019, cinque persone, tra cui tre carabinieri, furono rinviati a giudizio con accuse che includevano omicidio volontario, occultamento di cadavere, istigazione al suicidio e favoreggiamento. Alcuni esperti contestarono l’ipotesi dell’omicidio nella caserma. Nel 2021, un processo vide la testimonianza di un medico legale che suggerì che il trauma cranico avrebbe potuto causare uno stordimento, ma la morte per asfissia non poteva essere confermata con certezza. In una successiva udienza nel 2022, i Carabinieri del Ris presentarono una relazione che confermava tracce compatibili con la porta su cui Serena avrebbe sbattuto la testa.

La verità a quanto sembra, non è ancora emersa.