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Il premierato di Giorgia? Un uomo solo al comando

Pubblicato: 31/10/2023 07:42
giorgia meloni uomo solo al comando

Tutto sembra scritto. Mentre la legge più rilevante dello Stato viene discussa con un processo “affrettato” in Parlamento, si prospetta una trasformazione radicale attraverso l’introduzione di un “premierato di diritto” basato sull’elezione diretta del presidente del Consiglio.
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Giorgia Meloni e il potere nelle mani di uno soltanto

Questi due movimenti rivelano la direzione chiara che sta prendendo la strategia di Giorgia Meloni: la concentrazione del potere nelle mani di un singolo individuo. Il premier, al centro di questo scenario, sembra avere le carte in mano per dettare i tempi e modi della legislazione, relegando il Parlamento a un ruolo quasi periferico.
Ma cosa spinge verso questa evoluzione? La retorica meloniana vuole far credere che si tratta di una risposta alle apparenti inefficienze e ritardi nella gestione delle emergenze nazionali, come l’immigrazione o l’economia. Tuttavia, questa narrazione rischia di diventare una scusa convincente per eludere i meccanismi democratici tradizionali.

Il vero obiettivo, potrebbe essere interpretato come un tentativo di creare una narrativa di potere, che giustifica ogni mossa come una risposta ai “nemici” del sistema. Il populismo qui gioca un ruolo cruciale, creando un antagonismo tra il “sistema” e il leader, posizionando quest’ultimo come l’unica figura in grado di affrontare e superare gli ostacoli.
Questa proposta di riforma, seppur presentata come soluzione, solleva molte perplessità. Se l’intenzione fosse davvero quella di rendere più efficiente e responsabile il governo, perché non guardare a modelli strutturati come quello tedesco? Invece, ciò che si profila all’orizzonte è la costruzione fattuale e giuridica di quella che i politologi chiamano “democrazia illiberale” o, forse meglio, democratura: la parvenza della democrazia, la sostanza della dittatura.

Curiosamente, questa direzione ha avuto l’effetto non intenzionale di unire le opposizioni, creando un fronte unificato di resistenza. L’eventuale referendum sulla riforma, quindi, si prospetta non solo come un giudizio sulla proposta stessa, ma anche sulla leadership che la sostiene.
Mentre l’Italia naviga in acque politiche turbolente, è essenziale ricordare l’importanza delle fondamenta democratiche e guardare con occhio critico a qualsiasi tentativo di alterarle in nome di un’efficienza illusoria. La vera sfida non è concentrare il potere, ma rafforzare la democrazia. La partita è appena iniziata.

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Ultimo Aggiornamento: 31/10/2023 07:44

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