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Meloni rivela: “Confronto con Mattarella sulla riforma”. Ma dal Capo dello Stato non c’è alcun avallo al testo 

Pubblicato: 04/11/2023 11:24

In conferenza stampa, la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha enfatizzato un dialogo con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, riguardo le nuove riforme governative. Tuttavia, è essenziale precisare che tale interazione non implica un’approvazione del Quirinale nei confronti del provvedimento. Contrariamente a quanto potrebbe sembrare, il Capo dello Stato non ha concesso alcun avallo ufficiale al testo della riforma, ribadendo la natura esclusivamente “Meloniana” del disegno di legge.

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La ministra Elisabetta Casellati ha avuto un incontro istituzionale al Colle per discutere le riforme, dove Mattarella ha mantenuto un ruolo di garante costituzionale senza esprimersi sul merito delle proposte. Il presidente ha evitato di commentare le parti della riforma che incidono sui poteri presidenziali, focalizzandosi invece sulla legittimità costituzionale delle norme. In tale contesto, ha sottolineato il rischio che un impedimento al cambiamento di maggioranza durante una crisi potrebbe limitare la libertà di mandato dei parlamentari, portando ad una revisione dell’ultima stesura del disegno di legge.

Alcuni dettagli della riforma restano ambigui, come il ruolo del presidente della Repubblica nel controllo dell’attuazione del programma di maggioranza, e la proposta di eliminazione dei senatori a vita, una scelta che si discosta significativamente dalle precedenti presidenze, in particolare quella di Cossiga.

L’approccio accelerato di Meloni sulle riforme risponde a una strategia politica precisa, adottata in seguito a pressioni di mercato e turbolenze politiche interne. La presidente del Consiglio ha scelto di abbandonare la prudenza iniziale e di presentare le riforme come un punto cruciale del suo governo, nonostante le complesse implicazioni istituzionali.

In conclusione, la decisione di forzare la mano sulle riforme, oltre a creare una situazione potenzialmente scomoda per il presidente Mattarella, apre un dibattito su una possibile centralizzazione del potere esecutivo. La riforma, che ora deve passare l’esame delle Camere, potrebbe definire significativamente la struttura politica italiana nei prossimi anni, e la sua approvazione potrebbe portare a un referendum nel 2025 che si prospetta come un vero e proprio giudizio popolare sulla figura presidenziale e sulle prerogative del parlamento nell’architettura istituzionale del Paese.