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“Amore svegliati”: Gaia morta in auto a 13 per un incidente. Chi è il colpevole?

Pubblicato: 06/11/2023 14:44

Gaia Menga, 13 anni, è la 166esima vittima della strada nella sola città di Roma e provincia dall’inizio dell’anno. La bambina si trovava in auto insieme alla mamma Giada Gerundo, 34 anni, e a una sua amica, Betty Sorsile, 33 anni quando l’auto su cui viaggiavano si è cappottata diverse volte sulla Laurentina. Ora le due donne si accusano a vicenda, quel che è certo è la morte della piccola Gaia che si trovava nei sedili posteriori senza cintura.
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Al momento le due donne sono indagate per omicidio stradale

Gaia viaggiava in macchina con la madre e una sua amica, di ritorno da Anzio, dopo una cena. Su via Laurentina, alla rotatoria con via Giovanni Gutenberg, l’auto è finita sulla collina spartitraffico, cappottandosi poi per tre volte, verso le due. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco allertati da una segnalazione solo intorno alle 4, due ore dopo l’incidente. Tanto che quando sono arrivati c’era solo la macchina ribaltata e i resti dell’incidente.

La dinamica è ancora poco chiara: forse l’eccessiva velocità, oppure un colpo di sonno. Non sono escluse nemmeno le conseguenze di un possibile aquaplaning. Gli investigatori non sanno neppure chi fosse alla guida: le due, infatti, hanno cominciato a accusarsi a vicenda. Al momento tutte e due sono indagate per omicidio stradale

Esclusa al momento il coinvolgimento di una seconda auto

Tutte e due sono risultate negative ai test di alcol e droga, solo una aveva dei valori di poco superiori al limite per l’alcol. Giada Gerundo è ricoverata al Sant’Eugenio, nel reparto di neurochirurgia, ed è in stato di shock e continua a ripetere: “L’ho abbracciata, l’ho stretta a me, le ho detto ‘svegliati, svegliati, amore mio, non scherzare’. Ma non rispondeva, Gaia non mi rispondeva più”. “Non mi ricordo quello che è successo, ma di sicuro non guidavo io” ha detto ai vigili urbani. L’amica, anch’essa ferita, sostiene addirittura di non essere stata a bordo della macchina al momento dell’incidente.

Alla nonna il triste compito di riconoscere la salma

Una crocevia di parenti e amici, il padiglione dell’ospedale dove è ricoverata la mamma di Gaia. Alla nonna e al fratello della donna l’arduo compito di riconoscere la salma: “Mi hanno fatto vedere la faccia, aveva il volto massacrato. Era bella, bellissima“, ha detto nonna Claudia, lasciando la camera mortuaria per poi fare ritorno all’ospedale Sant’Eugenio. Qui è arrivata sorretta dal figlio: “Mia sorella sta male, le è morta una figlia, come deve stare? Male”.

Giada che solo pochi mesi fa aveva perso il padre, è in un letto d’ospedale, distrutta dal dolore e continua a ricordare che abbracciava la figlia nella speranza che si potesse salvare. Ma era una vana speranza.
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Ultimo Aggiornamento: 06/11/2023 15:16