Sono decisamente forti le affermazioni che il Ministro della Difesa Guido Crosetto ha fatto nel corso dell’audizione alle commissioni riunite Difesa della Camera e Affari Esteri e Difesa del Senato. Parlando del ruolo dell’Italia nel complesso quadro bellico mondiale, Crosetto ha parlato di “carenze nel nostro sistema di difesa” e della necessità di un giro di volta nel minor tempo possibile.
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Guido Crosetto punta sull’innovazione tecnologica: “Quadro di sicurezza deteriorato”
Sono molto serie le affermazioni fatte da Crosetto: “Il deterioramento del quadro di sicurezza internazionale ha portato alla luce una serie di carenze che gravano sul nostro sistema difesa, come la ridotta capacità del sistema industriale di fronteggiare l’improvvisa richiesta di armamenti. C’è la necessità di sviluppare e sostenere un sistema di elevato contenuto di innovazione tecnologica”. Crosetto ha poi puntato l’attenzione alla necessità di innovarsi il prima possibile: “L’adattamento all’innovazione è fondamentale per essere competitivi dove giocheranno un ruolo strategico l’attitudine degli stati e delle organizzazioni a percepire rapidamente i cambiamenti”, sottolineando come sia necessario un “profondo processo di rinnovamento e trasformazione”.
Crosetto su conflitto in Ucraina: “L’opinione pubblica è stanca”
Crosetto era già intervenuto pubblicamente sul tema bellico in un’altra occasione, ovvero a margine della presentazione del nuovo libro di Maurizio Molinari, Mediterraneo Conteso: “La guerra in Ucraina è in una fase di stallo. Io amo dire la verità. Qui il tema non è la stanchezza che ci può essere o meno nell’opinione pubblica. Ma occorre prendere atto che oggi il costo militare per riportare l’Ucraina a prima della guerra non è sopportabile dalla stessa Ucraina. Occorre trovare altre vie ed è in atto uno sforzo importante della comunità internazionale per una soluzione politica e io sono fiducioso”. E, sull’opinione pubblica, ha dichiarato: “Le opinioni pubbliche europee –prosegue Crosetto – sono stanche di guerra e di guerre, come è ovvio. Siamo paesi democratici: per le autocrazie i morti, i dolori, le opinioni non contano, in democrazia si”.