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Scoperte microplastiche nel latte materno: l’allarme degli esperti

Pubblicato: 09/11/2023 19:01

Secondo uno studio condotto da ricercatori italiani, analizzando le urine di 650 coppie madre-figlio, sono emersi contaminanti chimici nel latte materno. A rischio la salute dei più piccini: nel latte materno presenti ftalati, bisfenolo A, glifosati e parabeni, noti per essere interferenti endocrini, sostanze che possono alterare il sistema ormonale e causare problemi di salute come obesità, pubertà precoce, diabete e disturbi neurocomportamentali nei bambini.
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A condurre lo studio l’Università di Parma

Lo studio, coordinato dall’Università di Parma in collaborazione con l’Ausl-Irccs di Reggio Emilia e le Università di Firenze e Cagliari, si concentra sull’effetto degli interferenti endocrini sul neurosviluppo e la crescita infantile, analizzando in particolare il latte materno. Secondo quanto riportano gli esperti, non occorre creare allarmismi poiché questo potrebbe spingere le madre ad interrompere l’allattamento al seno, che rimane il miglior alimento per i neonati.

Mariacarolina Salerno, presidente del congresso dedicato all’argomento e direttore dell’Unità di Pediatria endocrinologica del Dipartimento di Scienze Mediche Traslazionali dell’Università Federico II di Napoli in tal proposito ha dichiarato: “La scoperta di numerosi contaminanti nel latte materno, oltre le microplastiche, aumenta la nostra preoccupazione per la popolazione di neonati estremamente vulnerabili perché l’esposizione a queste particelle è inevitabile, data la loro onnipresenza nell’ambiente. Tuttavia, questi risultati non devono scatenare allarmismi: l’allattamento al seno è benefico per la salute e la crescita del bambino e non va sospeso ma protetto, prevenendo l’esposizione agli interferenti endocrini e agendo sulle abitudini nutrizionali e sullo stile di vita delle donne durante la gravidanza e l’allattamento”.

Presenza di ftalati fino al 70% dei campioni di latte materno

Maria Elisabeth Street, partner dello studio e professoressa associata di Pediatria all’università di Parma ha spiegato in breve le fasi dello studio: “La prima parte della ricerca si è occupata di analizzare e misurare i livelli di concentrazione di interferenti endocrini nel latte materno in 654 coppie madre-figlio, dalla nascita fino al primo anno di vita. I dati mostrano la presenza di ftalati fino al 70% dei campioni di latte materno e fino al 96% dei campioni di urine dei neonati. Ritrovati anche alti livelli di bisfenolo A, attualmente bandito, nel latte materno fino al 44% dei campioni, con una presenza fino al 14% nelle urine dei bambini. Percentuali di presenza più bassa al 18% dei campioni per i glufosinati e i glifosati. Il latte materno è risultato contaminato anche da idrocarburi policiclici aromatici, fino al 6%, parabeni e piretroidi nel 2,4% dei campioni”.
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Ma cosa possiamo fare per arginare il problema?

Non sono tardate ad arrivare le raccomandazioni Siedp per ridurre l’esposizione delle donne durante la gravidanza e l’allattamento:

  • Limitare l’uso di plastica monouso e l’utilizzo di biberon non certificati; Limitare l’utilizzo di contenitori di plastica per conservare e scaldare i cibi;
  • Se possibile non utilizzare solventi, pesticidi, erbicidi e fungicidi ed eventualmente utilizzare dispositivi di protezione durante il loro impiego;
  • Per l’igiene personale e la cosmesi utilizzare prodotti naturali;
  • Risciacquare a fondo frutta e verdura in scatola prima del consumo;
  • Consumare preferibilmente alimenti freschi e di stagione;
  • Avere un’alimentazione varia con alimenti provenienti da fornitori diversi;
  • Scegliere un abbigliamento con tessuti naturali.
Ultimo Aggiornamento: 09/11/2023 19:56