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Un esame del sangue può dirci se in futuro avremo l’Alzheimer

Pubblicato: 23/10/2023 16:22


Si chiamano glicani, sono zuccheri complessi e nel sangue delle persone con Alzheimer sono presenti in quantità più elevata rispetto alla norma. Quando la malattia c’è già, ma prima, anche anni prima, che si manifesti in tutta la sua gravità. È la sintesi di una ricerca pubblicata su Alzheimer’s & Dementia condotto dagli scienziati del Karolinska Institutet, in Svezia. Questo studio potrebbe aprire la strada per uno screening semplice ed economico capace di prevedere la malattia con dieci anni di anticipo.
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Uno studio che si protrae da oltre vent’anni

Il gruppo di ricerca, guidato da Robin Zhou ha raccolto i campioni tra il 2001 e il 2004 e i volontari sono stati monitorati regolarmente per un follow-up di circa 17 anni. I dati, relativi a 233 partecipanti allo Swedish National Study on Aging and Care in Kungsholmen (SNAC-K), sono serviti a valutare la correlazione tra queste molecole e la probabilità di ricevere una diagnosi di malattia neurodegenerativa.

In una recente intervista Zhou ha dichiarato: “Il nostro lavoro suggerisce che i livelli ematici di glicani subiscono alterazioni notevoli nel corso della malattia di Alzheimer. La combinazione di un test della memoria e un esame del sangue potrebbe pertanto rappresentare una strategia efficace, economica e minimamente invasiva per diagnosticare tempestivamente la condizione, il che aumenterebbe notevolmente l’efficacia dei trattamenti per i pazienti”.

Una vera e propria rivoluzione

Potrebbe rappresentare una vera e propria rivoluzione in ambito sanitario il poter riconoscere e in anticipo le persone a maggior rischio di sviluppare malattie neurodegenerative. Il gruppo di ricerca ha efficacemente dimostrato che il livello di una certa struttura glicanica nel sangue, denominata N-acetilglucosamina bisecata, può essere utilizzato per prevedere il rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer. I glicani infatti sono molecole di zucchero che si trovano sulla superficie delle proteine.

Sophia Schedin Weiss, collega e coautrice di Zhou in tal proposito ha specificato: “Un semplice modello statistico capace di considerare insieme i livelli di glicani e proteina tau nel sangue ha mostrato un’affidabilita’ dell’80% nel riconoscere i pazienti a rischio, circa un decennio prima della manifestazione di sintomi associati all’Alzheimer. Il nostro approccio potrebbe essere davvero importante nel rilevamento precoce della malattia”.  
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