Oggi, sulle pagine de La Stampa, Andrea Crisanti, microbiologo e senatore del Partito Democratico, ha espresso la sua posizione sul delicato caso di Indi Gregory, la bambina britannica affetta da sindrome da deplezione mitocondriale. La sentenza dei giudici britannici ha stabilito che Indi non può lasciare il Regno Unito e lunedì verranno staccate le macchine che la mantengono in vita, malgrado l’appello di Giorgia Meloni al primo ministro Sunak in nome della Convenzione dell’Aja.
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Crisanti ha delineato la grave condizione genetica di Indi, sottolineando l’inesistenza di cure per tale malattia e il progressivo deterioramento degli organi vitali. La solidarietà verso i genitori, Dean e Claire, è forte e naturale, ma il senatore mette in evidenza anche il rispetto britannico per l’individuo e le sue libertà, che hanno portato i medici a considerare la sospensione delle terapie per evitare ulteriori sofferenze alla piccola.
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L’intervento del governo Meloni, proponendo la cittadinanza italiana a Indi per accedere alle cure nel nostro Paese, viene descritto da Crisanti come un gesto privo di fondamento scientifico, etichettandolo come un misto di demagogia e cinismo che gioca sulla sensibilità popolare senza offrire reali soluzioni.
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Infine, il microbiologo solleva una questione di equità e giustizia sociale, interrogandosi sul motivo per cui il caso di Indi ha attirato l’attenzione del Presidente del Consiglio a discapito di altri casi forse meno noti ma ugualmente gravi, riflettendo sulla disparità di accesso alle cure e alle attenzioni del potere politico, e invocando regole uguali per tutti i cittadini.