
Il Paese è stato scosso da uno sciopero nazionale organizzato dalla Cgil e dalla Uil per manifestare contro la Manovra e le politiche economiche e sociali del governo Meloni. La piazza principale della protesta è stata Piazza del Popolo a Roma, dove migliaia di persone si sono radunate portando striscioni e palloncini rossi e blu, i colori distintivi dei sindacati. Lo slogan principale della manifestazione, “Adesso basta!“, ha espresso il malcontento diffuso nei confronti delle politiche governative. L’adesione allo sciopero è stata notevole, coinvolgendo settori chiave come il pubblico impiego, la scuola, l’università, la ricerca e la sanità. In particolare, i trasporti sono stati fermi per 4 ore a seguito della precettazione.
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Landini: “Il governo manda il Paese a sbattere”
Il segretario della Cgil, Maurizio Landini, ha dichiarato: “Il governo manda il Paese a sbattere, non lo permetteremo”. Tale affermazione è stata sostenuta da Pierpaolo Bombardieri, segretario della Uil, il quale ha sottolineato che la piazza rappresenta una risposta democratica a chi fa il bullo istituzionale.
Gli slogan sui manifesti dei partecipanti erano eloquenti: “Meloni, il popolo ha fame. Dategli una Manovra sbagliata”, evidenziando le crescenti preoccupazioni per la situazione economica del paese. Altri striscioni esprimevano richieste specifiche, come la riduzione delle bollette, la gestione del caro vita, e il supporto agli over 60.
Il governo Meloni ha risposto alle proteste attraverso il Ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, il quale ha dichiarato: “Sono orgoglioso che oggi venti milioni di italiani possano muoversi liberamente perché il diritto allo sciopero di una minoranza non può ledere il diritto al lavoro della maggioranza”.
Le “cinque giornate” di scioperi e manifestazioni
La mobilitazione di oggi è solo la prima tappa di un “pacchetto” di cinque giornate di scioperi e manifestazioni che coinvolgeranno 58 città italiane. La protesta si estenderà anche alle Regioni del Nord il 24 novembre, alle Regioni del Sud il primo dicembre, e a Sicilia e Sardegna il 20 e 27 novembre. Il governo, tuttavia, ha espresso la volontà di mantenere il dialogo aperto. Il ministro del Lavoro, Marina Elvira Calderone, ha dichiarato che è legittimo che i sindacati esprimano le loro preoccupazioni attraverso uno sciopero e che il governo è disposto ad ascoltare.
Il leader della Cgil, Landini, ha affermato: “Basta cavolate, ritiri la precettazione“. Ha sottolineato che la piazza dimostra che le persone non vogliono rinunciare alla democrazia e ai diritti, esortando il governo a cambiare le proprie politiche e ad aprire le trattative. Lo sciopero di oggi riflette le crescenti tensioni tra il governo e i sindacati in merito alle politiche economiche e sociali, alimentando il dibattito sul futuro del paese.