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Filippo Turetta arrestato: “Era stanco e rassegnato” 

Pubblicato: 19/11/2023 10:15

Quando è stato arrestato Filippo Turetta non ha opposto resistenza. Anzi, agli agenti della polizia stradale tedesca che lo hanno fermato è apparso stanco e rassegnato, come se fosse desideroso di consegnarsi. E’ quanto avrebbero comunicato, secondo quanto si apprende, le autorità tedesche a quelle italiane dopo il fermo del giovane su un’autostrada vicino Lipsia. L’auto di Turetta era ferma sulla corsia d’emergenza perché secondo gli agenti, era finita la benzina e Filippo non aveva soldi per fare nuovamente rifornimento.

Filippo Turetta, il ragazzo accusato di aver ucciso la sua ex fidanzata Giulia, il cui corpo è stato trovato ieri mattina nei pressi del lago di Barcis, è stato arrestato nella notte tra sabato e domenica sull’autostrada A9 all’altezza della cittadina di Bud Durremberg.

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Giulia Cecchettin, secondo quanto emerso nelle ultime ore dai primi esami autoptici superficiali, sarebbe stata uccisa con numerose coltellate al volto, al cranio e al collo e poi il corpo, ormai senza vita, sarebbe stato fatto precipitare per 50 metri giù per una scarpata. Fin dall’inizio è stato chiaro che l’auto di Filippo Turetta era in movimento e che stava cercando di superare il confine, missione poi portata a termine negli utlimi giorni, quando gli inquirenti avevano emanato un mandato di arresto europeo.

Filippo Turetta, il percorso della fuga: il confine raggiunto con un itinerario complesso

Se il suo obiettivo era raggiungere il comune a 20 chilometri dal confine italiano, pare che la sua Fiat Grande Punto nera abbia fatto un giro molto largo, poiché è stata vista alle 9.07 di domenica scorsa lungo la Alemagna nei pressi di Ospitale, una località vicina a Cortina d’Ampezzo distante un’ora di macchina da Lienz. Non ha prelevato denaro, né si sa dove abbia mangiato dormito durante questa settimana. Una telecamera di sorveglianza, nella famosa località sciistica delle Dolomiti, lo ha però ripreso mentre faceva il pieno di benzina in una stazione di servizio, dove ha pagato in contanti alla cassa automatica. Pochi giorni dopo il suo passaggio, il titolare dell’impianto ha ritirato il denaro e si è accorto che una delle banconote presentava macchie simili a sangue. Polizia e carabinieri di Belluno hanno acquisito le prove e dovranno verificare che le tracce ematiche appartengano a Giulia. Nel frattempo, dal computer è emerso anche che Filippo aveva cercato online come reperire un kit di sopravvivenza, oltre a percorsi e mappe del Tirolo. Tutti questi elementi fanno propendere gli investigatori verso l’idea che il rapimento e l’omicidio di Giulia fossero stati preparati da tempo. Si stanno inoltre facendo analisi su un tipo di scotch trovato a casa Turetta, per capire se era dello stesso tipo trovato nel piazzale in cui Giulia è stata trovata.
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Tutti gli errori della fuga di Filippo Turetta

Una fuga durata sette giorni, tra il Veneto, il Friuli fino in Austria e in Germania, dove è stato tradito dal fatto di aver lasciato le luci dell’auto spente: in Germania la legge obbliga infatti gli automobilisti a lasciarle accese anche con la macchina ferma.
Una fuga verso nord senza una meta precisa, commettendo un errore dietro l’altro, lasciando tracce ovunque: dalla Fiat Grande Punto nera usata e immortalata dalle telecamere, la targa divulgata ovunque, il rifornimento di benzina usando banconote segnate con il sangue, probabilmente di Giulia. Fino, appunto, al ritrovamento della macchina, ferma a bordo strada con le luci spente.

Filippo Turetta e la premeditazione: aveva cercato online “kit di sopravvivenza”

Ormai da diverse ore si era resa concreta l’ipotesi della premeditazione ed erano aumentati gli avvistamenti del ragazzo oltreconfine: alcuni dettagli, come un possibile cambio di vestiti, l’utilizzo di contante in quantità e la detenzione, fin dalla partenza in Italia, di un coltello, hanno portato gli inquirenti a credere che fosse tutto organizzato. Ora, è stato fermato mentre era ancora a bordo della sua auto, la Fiat Grande Punto nera sulla quale era iniziata la sua fuga. Gli ultimi avvistamenti, tramite sistema targasystem, erano stati a Lienz ed in Carinzia.

Il ministro degli esteri Antonio Tajani ha espresso la sua soddisfazione per l’arresto: “Una buona notizia che purtroppo non potrà mai lenire il dolore della famiglia e degli amici di Giulia, ai quali rivolgo le mie preghiere”.

Ultimo Aggiornamento: 19/11/2023 12:55