
“Nostro figlio non ha scelto di essere il protagonista di questa storia. Quindi non gli si può chiedere di diventarne la vittima” queste le dure parole della mamma che, con una sentenza del tribunale di Catania, dopo Natale dovrà lasciare il bimbo adottato 3 anni fa alla madre naturale.
Una storia difficile e dai risvolti davvero amari, raccontata in prima persona dalla mamma adottiva di questo bimbo: “Miele (nome di fantasia) aveva solo 16 giorni di vita quando lo abbiamo preso in braccio la prima volta, una tutina calda e un ciuccio molto grande; noi gli occhi pieni di stupore e il cuore che scoppiava di felicità. Sembrava l’inizio di una meravigliosa storia d’amore, ma presto si è tramutato nel peggiore degli incubi. Per un decreto che abbiamo appena ricevuto Miele verrà tolto dalla nostra famiglia e ‘collocato’ dalla madre biologica che non ha mai visto, né incontrato. Vi raccontiamo perché”.
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La storia di Miele
La storia di questo piccolo fagottino, incomincia il 4 novembre 2020 quando un uomo trova in strada un neonato con il cordone ombelicale ancora attaccato vicino a un cassonetto dei rifiuti. Viene identificata la madre qualche giorno dopo che, sostanzialmente, ammette di averlo abbandonato. Il bimbo poco dopo viene dichiarato adottabile ma si scopre che l’uomo che ha trovato il piccolo è il papà biologico di quest’ultimo. L’avvocato che difende la mamma biologica, impugna la sentenza sostenendo che in fase processuale, si sia saltato un passaggio: non è stata ascoltata la donna prima della dichiarazione di adottabilità.
La mamma adottiva: “Nessuno in questi 3 anni ha chiesto di lui”
Il bimbo viene accolto in questa famiglia ma dopo 3 anni arriva la batosta: il tribunale di Catania lo riaffida alla madre naturale.
La mamma adottiva, racconta: “Il Tribunale per i minorenni di Catania lo ha affidato a noi, da tempo in lista d’attesa per l’adozione, dichiarandone – in assenza di segnali di interesse e riconoscimento da parte di nessuno – prima l’adottabilità e, poi, dopo due mesi l’affidamento pre-adottivo, che tutela e avvia la nascita di un nuovo nucleo familiare”.
La disperazione dei genitori adottivi: “Dopo Natale ci toglieranno Miele”
“Oggi, dopo 3 anni di vita con la sua mamma e il suo papà, Miele rischia di essere ‘riconsegnato’ alla donna che lo ha partorito e che è ancora sotto processo penale per concorso in abbandono di minore”. “Il decreto prevede come data di ‘rientro’ il 28/12/23 (subito dopo Natale, ndr.) e scrive nero su bianco che sono autorizzati i servizi sociali ad avvalersi persino delle forza dell’ordine per il ritiro coatto del piccolo da casa nostra, nel ‘pieno interesse del minore'”.
I genitori del piccolo, sconvolti dalla decisione presa dal tribunale, implorano che venga fatta marcia indietro sul provvedimento: “Ora immaginate un bambino – che ha già subito un rifiuto in grembo e un abbandono cruento alla nascita – essere costretto a lasciare, dall’oggi al domani, tutte le sue certezze, il suo mondo, le braccia sicure e il calore di mamma papà, gli unici affetti che abbia conosciuto, per essere inserito forzatamente in un contesto in cui tutto è estraneo compresa la persona che dovrebbe iniziare a chiamare ‘mamma’… Immaginate per un attimo il dolore nel cuore di un bambino così piccolo, il senso di smarrimento, la disperazione nel cercare i genitori e non trovarli più. Non c’è nulla in questa storia che sia nel miglior interesse del bambino”.
Infine l’appello, attraverso la raccolta firma, giunta quasi a 50mila iscritti: “Ci appelliamo quindi a voi, allo spirito di umanità e protezione che governa anche la Commissione Onu per i Diritti del fanciullo. Non vogliamo permettere che il nostro bimbo sia costretto a subire un secondo abbandono, che provocherebbe un trauma indelebile e irreparabile. Lui conosce una sola mamma e un solo papà da sempre: noi, che lo amiamo incondizionatamente così come lui ama follemente noi. Aiutateci a firmare questa petizione. Aiutateci a far rispettare la legge che avrebbe dovuto proteggerci” firmato la mamma e il papà di Miele.
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