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Vittorio Sgarbi, la confessione dell’ex social media manager: “Il ministero un covo di affaristi”

Pubblicato: 21/11/2023 09:00
Sgarbi corvo Di Caterino

Vittorio Sgarbi è indagato a Roma per evasione fiscale. L’Antitrust ha anche avviato un’istruttoria per conflitto d’interessi. Il sottosegretario alla Cultura del governo Meloni definisce “corvo” la persona che con le sue rivelazioni sulle conferenze remunerate in giro per l’Italia lo ha messo nei guai. Ma chi è questa gola profonda? È lui stesso adesso ad uscire allo scoperto, decidendo di svelare la sua identità e di rilasciare alcune dichiarazioni al Fatto Quotidiano e a Report. Si chiama Dario Di Caterino, ha 45 anni, è pugliese, ed è il suo ex social media manager.
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Dario Di Caterino: chi è il ‘corvo’ che ha incastrato Sgarbi

“Un tizio che collaborava con me ai tempi di Rinascimento e un bel giorno sparì, la madre raccontò che era in coma, invece era agli arresti domiciliari per truffa”. Questo il ritratto non certo lusinghiero che Vittorio Sgarbi ha fatto di Dario Di Caterino. Il “corvo” racconta di aver inviato una lettera alla premier Giorgia Meloni e al ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano: “Non ne potevo più di vedere gli uffici dei ministeri ridotti a un covo di affaristi”.

Di Caterino aggiunge che la lettera che ha inviato “tanto anonima non era. C’è il dettaglio delle informazioni e c’è questa intervista a viso aperto”. Poi respinge così l’accusa di furto di dati precisa: “Ho scaricato le mail, ma le password me le avevano date loro”. Parla quindi del tariffario di Sgarbi e dei gettoni di presenza. Per una conferenza avrebbe intascato non meno di 3.500 euro. Per uno spettacolo teatrale 5mila. Per una prefazione a un libro 4mila. Per un evento del 16 novembre 2022 a Pordenone avrebbe ricevuto un finanziamento di 10mila euro da una multinazionale austriaca.

Il cronista gli fa notare che Sgarbi lo bolla come “corvo”, e allora lui replica così: “Strano, fino a non molto tempo fa diceva di volermi assumere al ministero”. Di Caterino racconta inoltre di aver collaborato col critico d’arte a Bologna per la candidatura nelle liste di ‘Noi moderati’. “C’era un accordo con Sabrina Colle per ricevere una parte dei proventi maturati dalla gestione dei canali social di Vittorio tramite la sua società Hestia. Li ho chiesti più volte. Mai ricevuti”, denuncia il social media manager. Di Caterino parla di pagamenti che avvenivano in contanti e punta il dito contro le pressioni di Sgarbi sui soprintendenti: “Non dovete notificare opere con meno di 70 anni”. Poi all’improvviso arrivò il licenziamento: “Per me sei fuori”.
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Ultimo Aggiornamento: 21/11/2023 09:17