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Razzismo in pizzeria, la risposta del titolare al cliente è da applausi

Pubblicato: 28/11/2023 15:02
La “Fauzzeria” a Licata

Casi di razzismo in pizzeria a Licata, il titolare Gianluca Graci risponde ai clienti. “Se la pizza l’ha cucinata il ne*ro non la mangio”. Dopo aver ascoltato tante volte frasi di questo livello da diversi avventori del locale, il titolare della “Fauzzeria” si sfoga contattando l’edizione di Agrigento di Repubblica.
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Razzismo in pizzeria
Gianluca Graci con due dei tre ragazzi del Gambia che lavorano alla Fauzzeria

Diversi stranieri e tre ragazzi del Gambia nella pizzeria di Graci

Alla Fauzzeria nei mesi estivi l’organico può arrivare fino a quattordici persone, spiega Graci alla Repubblica. Tra questi, la metà proviene da paesi africani, ma ci lavorano anche albanesi e cittadini di altri paesi dell’Est Europa. “Potrei raccontare decine di casi di razzismo che i miei ragazzi hanno subito in pizzeria. Anche questa è violenza, figlia dell’ignoranza e della paura del diverso”. Nel mirino ci sono sempre tre ragazzi del Gambia che hanno dai 19 ai 22 anni e sono assunti a tempo indeterminato. “Li ho presi come stagisti inviati dalle comunità di accoglienza e me li sono tenuti perché sono persone valide”.

Gianluca Graci

“Comportamenti figli dell’ignoranza”

Continua il titolare: “Sono molto preoccupato, da mesi vengono insultati dai razzisti, persino dai miei amici. Non è un caso isolato, sono decine gli episodi. Non è più tollerabile. I miei parenti mi hanno consigliato di non farli vedere troppo ai clienti, altrimenti i clienti se ne vanno. Solo mio padre mi è rimasto accanto. È un poliziotto in pensione e li ha sempre difesi e protetti”. In particolare, sembra che un residente che abita di fianco al locale “mi ha mandato un video in cui mi faceva vedere che lui stesso stava pulendo il marciapiede scrivendomi sotto: la prossima volta puoi farlo spazzare ad uno dei tuoi negri“. E poi: “Un cliente al momento di pagare mi ha detto: ‘Chi ha condito le mie pizze? Quel negro? Allora non le voglio più, mi fa schifo solo il pensiero che quelle mani abbiano toccato il mio cibo’. Ha lasciato i contenitori di cartone sul bancone e se n’è andato”.