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Cibo scaduto e nessuna cura: sequestrato centro migranti a Milano

Pubblicato: 14/12/2023 07:52

La Procura di Milano, con i pm Paolo Storari e Giovanna Cavalleri, ha emanato un provvedimento di sequestro impeditivo d’urgenza nei confronti della società Martinina srl, responsabile della gestione del Centro di Permanenza per i Rimpatri (Cpr) di via Corelli. Questa decisione segue un’inchiesta aperta per frode e turbativa, che ha rivelato gravi violazioni delle condizioni di detenzione dei migranti all’interno della struttura.
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L’inchiesta aveva avuto inizio con un’ispezione condotta dalla Guardia di Finanza il primo dicembre, durante la quale erano emerse gravi irregolarità nella gestione del Cpr. Tra le principali accuse figuravano la mancanza di cure mediche adeguate per i migranti e la distribuzione di cibo scaduto.

Il provvedimento di sequestro impeditivo, se convalidato dal giudice per le indagini preliminari (gip), comporterà la nomina di un amministratore giudiziario per la società Martinina srl.

Nessuna cura, cibi scaduti: le accuse alla società Martinina srl

Nel provvedimento, si fa riferimento a una relazione redatta da un medico, consulente della Procura, che ha evidenziato le condizioni precarie dei migranti detenuti nel Cpr. Alcuni di loro presentavano gravi problemi di salute, tra cui tumori al cervello, epilessia e disturbi psichiatrici, ma non erano stati sottoposti a visite mediche adeguate.

Inoltre, è emerso che il personale non aveva la capacità di comunicare con i migranti a causa delle barriere linguistiche, il che ha portato alla mancanza di supporto psicologico e psichiatrico per coloro che ne avevano bisogno.

Le condizioni di vita all’interno del Cpr erano descritte come degradanti, con camerate sporche, bagni in condizioni pessime e cibo scaduto e avariato.

Indagati gli amministratori della società

Nell’ambito dell’inchiesta, sono stati indagati i due amministratori della società Martinina srl, Alessandro Forlenza e Consiglia Caruso. L’accusa sostiene che abbiano commesso frode nella gestione del contratto di appalto, utilizzando espedienti ingannevoli per far apparire il servizio conforme agli obblighi contrattuali.

I due avrebbero falsificato documenti e addirittura utilizzato firme di persone decedute per simulare la presenza di servizi mai effettivamente forniti o resi in maniera gravemente insufficiente. Tutto ciò sarebbe stato fatto al fine di aggiudicarsi un contratto d’appalto di quasi 4 milioni e mezzo di euro per un anno, stipulato nell’ottobre 2022 con la Prefettura di Milano.

La Prefettura, già nei mesi precedenti, aveva rilevato gravi criticità nella gestione del Cpr e aveva avviato un procedimento amministrativo nei confronti dei gestori, che ha portato all’irrogazione della massima sanzione prevista.

Ultimo Aggiornamento: 20/12/2023 10:00