Vai al contenuto

Patto di stabilità: altro che “pacchia finita”, l’Italia di Giorgia si arrende a Francia e Germania

Pubblicato: 21/12/2023 10:03

Nella riunione virtuale dell’Ecofin con 27 ministri finanziari la scena è stata evidente: l’Italia ha ceduto alle condizioni franco-tedesche per il nuovo Patto di Stabilità e Crescita, marcando un altro episodio di isolamento. Il summit tra Le Maire e Lindner, avvenuto martedì nella capitale francese, aveva già delineato il pacchetto, lasciando l’Italia come l’unico Paese titubante. Il governo Meloni, apparentemente in posizione di forza, si trova a dover accettare le direttive di Berlino e Parigi, evidenziando la sua incapacità di inserirsi nella linea Macron-Scholz.
Leggi anche: Menàge à trois sul Patto di Stabilità: chi gode di più tra Francia, Italia e Germania
Leggi anche: Patto di Stabilità, c’è l’accordo tra Francia e Germania

Riunione Ecofin, Italia messa all’angolo

La situazione critica si è manifestata nella riunione dell’Ecofin, durante la quale il testo elaborato da Francia e Germania ha ricevuto il via libera. L’Italia, isolata dagli alleati, è stata costretta ad accettare le condizioni avverse sotto la minaccia esplicita dei ministri franco-tedeschi, Le Maire e Lindner: “Se direte no da soli, ne pagherete da soli le conseguenze sui mercati”. Un chiaro avvertimento sulla reazione negativa degli investitori finanziari e sulla mancanza di un sostegno europeo in caso di isolamento italiano.

Nonostante il tono di vittoria sostenuto da Francia e Germania, l’Italia ammette che ci sono “aspetti positivi e aspetti negativi”. Il Ministro Giorgetti sembra riconoscere la sconfitta, dichiarando: “L’Italia ha ottenuto molto, ma soprattutto quello che sottoscriviamo è un accordo sostenibile per il nostro Paese”. Mentre il governo Meloni tenta di presentare il compromesso come un passo positivo, emerge chiaramente che la sconfitta politica è inevitabile.

Pugno di ferro con l’Italia: deficit da ridurre a 1,5%

La nuova governance economica europea impone regole stringenti all’Italia, soprattutto riguardo al deficit e al debito. Paesi con un debito superiore al 90% dovranno ridurre il deficit all’1,5% del PIL, attualmente al 5,3%. L’Italia si trova quindi a dover implementare tagli annuali significativi, una sfida che comporterebbe una sforbiciata media di dieci miliardi l’anno per almeno quattro anni. Solo successivamente potrà iniziare la compressione del debito dell’1% annuo.

Queste nuove regole costringeranno l’Italia a coordinare gran parte della sua politica economica con Bruxelles, limitando notevolmente la sua autonomia decisionale. Il governo Meloni, pur non essendo commissariato, si trova ora ad affrontare una serie di sfide economiche e politiche, specialmente alla luce delle previsioni poco incoraggianti sul PIL.

Ultimo Aggiornamento: 21/12/2023 10:16