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Tommaso Verdini ai domiciliari per le commesse Anas, l’inchiesta

Pubblicato: 28/12/2023 16:51

Tommaso Verdini agli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta sulla corruzione negli appalti dell’Anas. Secondo la procura di Roma, il figlio dell’ex braccio destro forzista di Berlusconi, Denis Verdini, sarebbe autore di corruzione e turbata libertà degli incanti. L’indagine coinvolge altre sei persone per le commesse sulla società pubblica Anas del valore complessivo di tre miliardi di euro. Per cinque degli indagati sono starti disposti i domiciliari, per altre due persone è stata disposta l’interdittiva per 12 mesi.
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Tommaso e Denis Verdini

L’indagine sulla corruzione per le commesse Anas

Tommaso Verdini dirige la società lobbistica Inver. Lo scorso luglio la Guardia di Finanza aveva svolto perquisizioni da Verdini e dall’ex ad Simonini e altri cinque alti dirigenti dell’Anas, indagati anche loro a vario titolo per traffico di influenze e corruzione. Tommaso Verdini dirige la società lobbistica Inver. Lo scorso luglera stato perquisito dalla Guardia di Finanza insieme all’ex ad Simonini e altri cinque alti dirigenti del colosso pubblico, indagati anche loro a vario titolo per traffico di influenze e corruzione. L’inchiesta ha fatto luce su un sistema di consulenze e appalti pubblici banditi da Anas, che dal 2017 è una controllata di Ferrovie dello Stato. I dirigenti Fs, però, risultano estranei alle indagini.
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Perché l’inchiesta fa tremare i vertici istituzionali

Il decreto di perquisizione notificato a luglio a Verdini e agli altri dirigenti coinvolti specifica che: “pubblici ufficiali di Anas il loro intervento o comunque il peso politico istituzionale delle loro conoscenze per favorirne la riconferma in Anas in posizioni di vertice o comunque la ricollocazione in ruoli apicali ben remunerati di società private o di organismi di diritto pubblico”. In cambio i pezzi grossi di Anas avrebbero dovuto “favorire la definizione di progetti e transazioni a cui erano interessati imprenditori a loro vicini”.

Gli indagati si sarebbero incontrati varie volte in alcuni locali, anche insieme a politici o esponenti di vertice del ministero dell’Economia, “che ha voce in capitolo nelle nomine delle partecipate”. Motivo per cui i palazzi ministeriali cominciano a tremare.