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Pandoro gate, Chiara Ferragni rischia fino a 2 anni di carcere: l’ipotesi di reato che fa tremare l’influencer

Pubblicato: 29/12/2023 17:07

Chiara Ferragni è al centro di nuove indagini: oltre alle Procure di Milano, Cuneo e Prato, ad indagare sul caso pandoro Balocco c’è anche la Procura di Trento. Un numero di procure che potrebbe essere destinato a crescere, considerati i numerosi esposti del Codacons in svariate sedi giudiziarie in Italia. 
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La Guardia di Finanza nel frattempo ha acquisito le carte raccolte dall’Antitrust, nell’ambito dell’inchiesta esplorativa coordinata dal procuratore aggiunto di Milano Eugenio Fusco.
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Il procuratore deve capire se la violazione amministrativa sanzionata dall’Antitrust sia frode in commercio o meno. In quel caso, gli esposti di Assourt e Codacons passeranno da un “modello 45” a un “modello 21”, quello con indagati e ipotesi di reato, che al momento non ci sono.
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Ma cosa rischia Chiara?

Per il momento, la procura di Milano starebbe valutando la modifica del fascicolo in “frode in commercio“. Non è attualmente sul tavolo l’ipotesi della truffa aggravata ipotizzata dal Codacons. Nel mirino c’è il comunicato stampa in cui le vendite del pandoro sono state legate alla beneficenza, anche se in realtà non è mai stato così. Nelle carte ottenute dall’Authority si mette in rilievo che la comunicazione relativa all’operazione è stata completamente gestita dalle società in capo a Ferragni.

Il reato di frode in commercio in sintesi punisce, qualora il fatto non costituisca un più grave delitto, “chiunque, nell’esercizio di un’attività commerciale, ovvero in uno spaccio aperto al pubblico, consegna all’acquirente una cosa mobile per un’altra, ovvero una cosa mobile, per origine, provenienza, qualità o quantità, diversa da quella dichiarata o pattuita”. La sanzione per la frode nell’esercizio del commercio è la reclusione fino a due anni o la multa fino a 2.065€.
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I legali della Ferragni: “Non ha commesso reati”

Gli avvocati dello studio legale Bana che stanno seguendo l’influencer escludono che possano esserci reati. Si dicono tranquilli, pronti a fornire chiarimenti agli inquirenti ma stigmatizzano il “gioco al massacro” sulla propria assistita.

Secondo l’Antitrust, la Fenice srl, che gestisce l’immagine dell’influencer, ha “sostanzialmente imposto” a Balocco la linea da seguire per la comunicazione dell’operazione e il comunicato stampa che spiegava la connessione tra le vendite dei dolci alla donazione ad un ospedale di Torino, donazione fatta prima dalla Balocco stessa con 50 mila euro. La Tbs Crew srl, che cura i social dell’imprenditrice, avrebbe invece lasciato intendere che l’influencer era attiva nel progetto benefico. 

La Guardia di Finanza deve identificare le persone e società coinvolte nell’operazione Balocco e in quella delle uova pasquali della Dolci Preziosi di Corato.
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Ultimo Aggiornamento: 31/12/2023 11:16