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Filetti di tonno, il ministero richiama due lotti: “Rischio sindrome sgombroide”

Pubblicato: 05/01/2024 14:10
filetti tonno sindrome sgombroide

Scatta l’allarme sanitario sui filetti di tonno. Il ministero della Salute ha infatti deciso di richiamare due lotti di questo prodotto a marchio Oltremare a causa del “rischio di sviluppare la sindrome sgombroide”, si legge nel comunicato ministeriale. I lotti in questione sono il 3H05 e il 3H06, che hanno come data di scadenza, riportata sulla confezione, la dicitura “Preferibilmente entro la fine di 08/25”.
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Il marchio di identificazione dello stabilimento che produce questi filetti di tonno è contrassegnato con “14 (India)”. Il nome o la ragione sociale dell’Osa con cui il prodotto viene commercializzato è invece: “EFFEGI SERVICE SPA – Via Spallanzani 2, Loc. Valdaro – 46100 – Mantova”.

“Presenza di istamina oltre i limiti normativi consentiti, con rischio di sviluppo di sindrome sgombroide nei lotti 3H05 e 3H06 con numero di stabilimento 514 e TMC 08/2025”, comunica ancora il ministero della Salute che invita i cittadini a non consumare assolutamente questo prodotto e a riconsegnarlo al più presto possibile al supermercato dove è stato acquistato. L’eccesso di istamina nel corpo, provocato dalla errata conservazione dell’alimento può provocare effetti collaterali come “mal di testa, problemi digestivi, gonfiore addominale, nausea e vomito”.

Cos’è la sindrome sgombroide e quali sono i sintomi

Ma il rischio maggiore è quello di contrarre la sindrome sgombroide. “Questa particolare intossicazione alimentare dà mal di testa e prurito. A provocare questa reazione è l’ingestione di una sostanza che si chiama istamina. – spiega l’ospedale Niguarda di Milano – Orticaria, nausea, vomito, diarrea e dolori crampiformi addominali. Nelle forme più gravi di sindrome sgombroide, comunque rare, possono insorgere difficoltà respiratorie, palpitazioni, ipotensione e ischemiamiocardica. L’eventuale trattamento in caso di grave intossicazione prevede l’impiego di antistaminici. Solo raramente possono essere necessari broncodilatatori”.
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