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Anna morta a soli 20 anni per un tiramisù: due pasticceri a processo. L’accusa è pesantissima

Pubblicato: 27/01/2024 08:38

C’era del mascarpone nel tiramisù vegano mangiato lo scorso anno da Anna Bellisario, la ragazza di 20 anni allergica ai latticini morta per choc anafilattico alcuni giorno dopo aver consumato il dolce in un locale di Milano.

Nel frattempo, il procuratore aggiunto di Milano Tiziana Siciliano e il pm Luca Gaglio hanno chiuso le indagini relative al decesso della giovane e gli inquirenti ora, chiederanno richiederanno il processo per i responsabili della Glg srl, l’azienda produttrice del “Tiramisun“, Giuseppe Loiero e sua madre Giovanna Anoia accusati di omicidio colposo. È stata chiesta l’archiviazione, invece, per tutte le altre posizioni iscritte nell’inchiesta, compreso il titolare del fast food dove Bellisario aveva ordinato e mangiato il dolce.
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Cosa è successo

La giovane è morta il 5 febbraio 2023. Prima di assaggiare il tiramisù, aveva chiesto informazioni sul prodotto e si era assicurata che fosse vegano e soprattutto che non ci fossero tracce di latte: Anna, infatti, aveva una forte allergia alle proteine del latte. Un problema con la quale conviveva da quando era nata: era, infatti, perfettamente consapevole della gravità della situazione. Nonostante l’attenzione prestata dalla stessa, la studentessa dopo poche cucchiate si è sentita male.

I due ora rischiano il processo

Sulla morte di Anna, è stata aperta un’indagine per omicidio colposo. Come è emerso dagli atti, alla Glg srl (azienda produttrice del Tiramisun) si “preparavano i prodotti vegani e non vegani nello stesso ambiente, in contemporanea e sullo stesso tavolo”. In questo modo, si confondeva nella produzione di dolci l’uso di “preparati di origine animale”, come il mascarpone, e di “ingredienti di origine vegetale”. Infatti, come ribadito in un comunicato firmato dal procuratore di Milano Marcello Viola, quel dolce conteneva “mascarpone”.

I proprietari della pasticceria sono stati interrogati ma si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Perciò, il 15 gennaio la giudice Fiammetta Modica ha emesso nei loro confronti la misura di interdizione dall’attività imprenditoriale per un anno e ora potrebbero andare a processo con l’accusa di omicidio colposo.
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Ultimo Aggiornamento: 27/01/2024 08:39