Se sei originaria di un Paese in cui sei antifascista e tocca a Vittorio Feltri andare in televisione a difenderti, forse sei davvero nei guai. È stato il giornalista, infatti, a dire parole effettivamente forti su cosa andrebbe fatto per salvare dal baratro Ilaria Salis: agire, innanzitutto, e farsi sentire. Due cose che la politica italiana sembra non voler fare se non in piccolissime (e diciamolo: inutili) dosi.
Ilaria Salis si trovava in Ungheria, nel febbraio 2023: lì è stata arrestata con l’accusa di aver aggredito dei manifestanti neonazisti che stavano celebrando come ogni anno il ricordo dell’11 febbraio, data in cui le truppe naziste affrontarono l’armata rossa. Un evento che, nell’Ungheria,di Orban, è ovviamente motivo di celebrazione e ricordo glorioso.
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Ilaria Salis, pericolosa e criminale: in Ungheria merita fame, botte e topi
Ilaria Salis ha davvero il profilo criminale del violento: 37 anni, maestra elementare, incensurata, viene messa dietro le sbarre ungheresi con l’accusa di aggressione e tentato omicidio colposo e ora rischia di rimanerci per 24 anni. Per molti mesi – fino all’ottobre 2023 – i genitori di Ilaria non hanno saputo niente di lei: poi hanno scoperto che la figlia viveva un’incubo, era stata lasciata tra ratti e insetti, costretta a indossare tacchi alti, picchiata e affamata. Dall’Italia, per una cittadina italiana trattata senza alcun riguardo umano, si sarebbe dovuta sollevare una tempesta: invece non si è levato il sussurro di un topo. Neanche una voce dalla patriottica Meloni, che di Orban è tanto amica e forse proprio per questo non vuole sollevare polveroni (certo non per una maestra antifascista).
Ilaria Salis in catene in aula: è caccia alle streghe (antifasciste)
Quando però la faccia di bronzo ungherese è stata tale che non ci si è fatti problemi a mostrare la ragazza in aula ammanettata come un Charles Manson qualsiasi e con una catena a guinzaglio – quel mai poteva essere il pericolo di fuga in un’aula piena di telecamere e forze dell’ordine, per l’esile ragazza fuori dai confini del suo Paese? – qualcosa il governo italiano lo ha dovuto dire. Fosse anche solo per non passare per chi si fa proprio bagnare il naso dagli altri Paesi, che non hanno problemi a mostrare i nostri cittadini come cani al guinzaglio.
Si è trattato comunque di pigolii retorici. Il ministro Tajani si è mantenuto sul formale: “Questa volta mi sembra che si sia ecceduto”, ha detto, Vincenzo il premio Eufemismo dell’Anno. Poi ha dato lezioni di procedura penale agli avvocati della famiglia Salis: “Prima vanno ottenuti, tramite gli avvocati, gli arresti domiciliari in Ungheria, poi si potrà pensare di trasformare gli arresti domiciliari in Ungheria in arresti domiciliari in Italia”. Sicuramente loro non ci avevano già pensato. Roberto Salis, padre di Ilaria, ha subito provveduto a smascherare il finto sdegno e stupore di chi ha reagito come se avesse scoperto ieri chi è Ilaria Salis: “Noi fino al 12 ottobre, quando mia figlia ha scritto una lettera, non avevamo evidenza del trattamento che stava subendo nostra figlia. Gli unici che lo sapevano e non hanno detto nulla sono le persone dell’Ambasciata italiana in Ungheria”.
Il migliore e il più efficace è stato il ministro Lollobrigida che ha svelato di essere un ministro atipico, del genere che non legge i giornali: “Le immagini in tribunale? Non le ho viste, vado a vederle. Non commento cose che non ho visto”.
Vittorio Feltri, alleato a sorpresa: “Disgustato, povera ragazza”
Insomma, alla fine è dovuto arrivare Feltri, a La 7, a far la voce grossa sulla questione: “Sono disgustato da queste immagini di questa povera ragazza conciata malissimo come se fosse una strega nel medioevo. Una cosa ributtante che non riesco a concepire. Sapendo che la Meloni è in buoni rapporti con Orbán, direi che il nostro governo dovrebbe intervenire prontamente e sottolineare il disgusto di queste immagini. Non si può trattare un umano in questa maniera”.