
Una storia drammatica arriva dal Messico, dove una bambina italiana di 10 anni è rinchiusa dallo scorso agosto in un orfanotrofio. Alla piccola viene impedito da mesi persino di vedere la madre. E le sue condizioni psicofisiche starebbero peggiorando giorno dopo giorno, tanto da arrivare a compiere atti di autolesionismo. Un caso che è stato già segnalato all’ambasciata e al governo italiano. Ma per il momento da Palazzo Chigi non hanno potuto fare nulla per ottenere il rilascio della bimba.
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Il drammatico racconto della madre della bambina
È la mamma della bambina a raccontare a Fanpage l’incubo che sta vivendo con la figlia. La donna si chiama Elena M. ed è una 43enne trentina di professione fotografa documentarista. La bambina è rinchiusa in una struttura dei servizi sociali Dif a Oaxaca, nel sud del Messico, ed è destinataria di una “misura di protezione” imposta da un giudice. Un provvedimento restrittivo che impedisce alla madre di incontrarla e persino di comunicare con lei.
Elena è giunta in Messico per la prima volta nel 2009. Ha poi conosciuto un uomo con cui ha avuto sua figlia nel 2013. I due si sono subito separati perché lui sarebbe stato un violento e un alcolista. Per questo la bimba è nata a Cles, in provincia di Trento, dopo il ritorno in Italia. “La bambina è nata ed è residente in Italia, l’ho avuta e cresciuta sola, ha solo il mio cognome ed è solo cittadina italiana”, spiega Elena. La piccola infatti non è mai stata riconosciuta dal padre biologico.

I problemi per Elena e sua figlia sono cominciati quando la donna ha deciso di tornare in Messico. Ed è nella città di Oaxaca che lo scorso 16 agosto la situazione ha preso una brutta piega. Proprio nel giorno del decimo compleanno della bambina, la mamma avrebbe avuto un litigio con lei che sarebbe rimasta lievemente ferita ad un braccio. A quel punto l’ex compagno ha segnalato la cosa alle autorità e Elena è stata arrestata per violenza familiare. Nonostante il suo rilascio, avvenuto poche ore dopo, la figlia è stata comunque trasferita in un orfanotrofio di Oaxaca che accoglie bambini orfani o maltrattati.
“Mi sono state concesse visite di un’ora sotto la stretta sorveglianza di due psicologhe e senza la possibilità di portare con me telefoni o qualcosa che potesse registrare quello che succedeva all’interno. – racconta disperata la donna – In quel posto le è capitato di tutto, ho visto mia figlia sbattere la testa mentre urlava di volersene andare. Ha già subito traumi che sarà difficile risolvere”. Poi il 17 dicembre scorso un giudice ha impedito a Elena anche di vedere la figlia. Nel frattempo il padre ha richiesto il test del dna, probabilmente allo scopo di togliere la custodia della bimba alla madre.
L’intervento del Garante dei Minori
“La bimba non sta bene. – afferma il Garante dei Minori della Provincia di Trento, il dottor Fabio Biasi, già Procuratore Capo della Procura dei Minori trentina – Bisogna fare in fretta perché venga liberata. Riteniamo che quella in corso sia una gravissima e palese violazione dei diritti della minore. Non essendoci una specifica e formale accusa alla madre, la bambina deve tornare con lei. Ho personalmente preso contatti con l’Ambasciata Italiana di Città del Messico, in particolare con il console Andrea Lay Bordoni, che mi è parso molto preparato e attento alla vicenda; abbiamo tentato di fare delle mediazioni anche con il presunto padre, ma senza risultati”.
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