“Mi dimetto con effetto immediato da sottosegretario del governo e lo comunicherò nelle prossime ore” alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Questo l’annuncio a sorpresa del sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi a margine di un evento a Milano.
Lo stesso Sgarbi ha poi affrontato un altro tema, quello della polemica per degli insulti espressi nei giorni scorsi nei confronti di alcuni giornalisti: “Non mi devo scusare con nessuno, ho espresso le mie imprecazioni come fa chiunque. Quelle erano immagini rubate. E uno nel suo privato può dire quello che vuole”.
Negli ultimi mesi Sgarbi era stato coinvolto in una serie di scandali, svelati da inchieste del Fatto Quotidiano e di Report, su delle attività professionali che potrebbero non essere compatibili con l’incarico di governo e, soprattutto, sul presunto riciclaggio di un quadro del Seicento rubato. Una vicenda per la quale Sgarbi si era sempre difeso, annunciando querele e negando qualsiasi possibile reato.
Nei confronti di Sgarbi, inoltre, pendeva alla Camera una mozione di revoca sottoscritta da M5s, Pd e Alleanza Verdi e Sinistra, che si sarebbe dovuta votare il prossimo 15 febbraio. In quello stesso giorno, l’Antitrust dovrebbe pronunciarsi sull’incompatibilità tra le sua attività extra governo e il ruolo che ricopre al Mibact.
Sgarbi ha poi pronunciato un attacco durissimo nei confronti del ministro Sangiuliano: “Il ministro Gennaro Sangiuliano non l’ho sentito, non ci parliamo dal 23 ottobre quando mi ha dato la delega per andare a occuparmi della Garisenda. Non potevo sentire una persona che riceve una lettera anonima e la manda all’Antitrust. Le lettere anonime si buttano via, gli uomini che hanno dignità non accolgono lettere anonime”. Invece, ha spiegato Sgarbi, “l’Antitrust dice ‘dalle lettere anonime che abbiamo ricevuto’, le ha inviate il ministro. Tutto quello che hanno dichiarato arriva da lettere anonime”.
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