
Un’onda di tensione e proteste ha scosso il Centro di permanenza per il rimpatrio (Cpr) di Ponte Galeria, alla periferia di Roma, a seguito del tragico suicidio di Ousmane Sylla, un ragazzo di 22 anni originario della Guinea. Sylla è stato trovato senza vita questa mattina, impiccato con un lenzuolo a una grata della struttura. La Polizia di Stato è prontamente intervenuta, acquisendo le immagini delle telecamere di videosorveglianza per fare luce sulla vicenda.
In risposta alla tragedia, alcuni ospiti del centro hanno dato vita a proteste violente, sfondando due grate di ferro all’ingresso e tentando di rompere una porta di ferro nella parte posteriore del complesso. Hanno anche cercato di incendiare un veicolo con i colori istituzionali, posizionato esternamente. La tensione è salita quando hanno iniziato a lanciare pietre contro il personale, costringendo le forze dell’ordine a utilizzare lacrimogeni per contenere la situazione.
Riccardo Magi, deputato e segretario di +Europa, ha visitato il centro per raccogliere testimonianze e comprendere le circostanze del suicidio di Sylla. “Era disperato, voleva tornare nel suo paese per occuparsi dei fratellini,” ha dichiarato Magi, facendo eco alle parole di alcuni operatori che avevano notato il profondo stato di angoscia del ragazzo nei giorni precedenti il suo gesto estremo. Sylla, trasferito a Ponte Galeria dal Cpr di Trapani, dove si trovava da metà ottobre, aveva lasciato un commovente messaggio di addio, esprimendo la speranza che la sua anima potesse trovare pace.
La morte di Sylla e le successive proteste sollevano nuovamente interrogativi sulle condizioni di vita nei Cpr italiani e sul trattamento riservato ai migranti. Magi, dopo aver parlato con la dirigenza del centro, il personale sanitario, le forze di polizia e altri detenuti, sottolinea l’urgenza di rivedere le politiche di accoglienza e i meccanismi di supporto per chi si trova in una situazione di vulnerabilità così profonda.
La tragedia di Ousmane Sylla getta una luce cruda sulle sfide e le disperazioni che molti migranti affrontano, spingendo la comunità e le autorità a riflettere sulle necessarie misure di prevenzione e sul sostegno psicologico indispensabile per evitare che simili tragedie si ripetano.