
Alessandro Impagniatello non si è preso neanche lo scrupolo di nascondere le sue intenzioni. Persino davanti ai carabinieri, come dimostra il suo telefono, faceva ricerche su come pulire le macchie di sangue e, mentre Giulia tornava a casa con piccoli abitini per Thiago, lui cercava su google in vari modi e con numerose ricerche come ci si sbarazza di un feto, senza curarsi di temere che in futuro qualcuno avrebbe potuto mettere sottosopra quel computer cercando proprio quelle parole.
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L’omicidio: con Giulia si mostrava felice, da solo cercava su google “uccidere feto”
L’orrore ha avuto inizio quando Giulia Tramontano, incinta al settimo mese, è stata brutalmente uccisa il 27 maggio 2023, colpita da ben 37 coltellate. La giovane donna è stata poi bruciata nella vasca da bagno e nel box.
I dettagli emersi durante il processo hanno gettato luce su una serie di ricerche sospette condotte da Impagnatiello poco dopo che Giulia aveva scoperto di essere incinta. Tra le parole chiave cercate dall’imputato vi sono “avvelenare feto”, “uccidere feto”, “veleno per topi incinta” e “veleno per topi gravidanza“. Queste ricerche, insieme a un sinistro scambio di messaggi riguardanti un odore sgradevole di ammoniaca nell’acqua, sollevano inquietanti domande sulle intenzioni di Impagnatiello. Era Giulia, infatti, che alla madre per messaggio diceva: “L’acqua che abbiamo preso puzza terribilmente di ammoniaca. Te ne accorgi solo se bevi dalla bottiglia, l’ho buttata e l’ho tagliata per sentire meglio e puzza tantissimo”.
Il depistaggio: forniti anche indirizzi falsi
Nel tentativo di depistare le indagini, Impagnatiello ha compiuto una serie di azioni sconcertanti e confuse. Ha inventato nomi di amiche inesistenti e fornito indirizzi falsi, cercando di far credere che Giulia fosse con loro. Inoltre, ha effettuato ricerche su come rimuovere il sangue, ha gettato via il telefono e i documenti della vittima e ha fornito spiegazioni inconsistenti sulla presenza di benzina nella sua auto.
La svolta nelle indagini è giunta quando un addetto alle pulizie ha trovato un flacone di candeggina svuotato e ha visto Impagnatiello maneggiare prodotti chimici e un aspirapolvere per auto. Successivamente, i carabinieri hanno scoperto tracce di sangue nel bagagliaio e sulla portiera della macchina del sospettato. Una copia forense del telefono di Impagnatiello ha rivelato una serie di ricerche sospette effettuate nei mesi precedenti l’omicidio, comprese domande come “quanto veleno per topi è necessario per uccidere una persona”.